Tancredi


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Origine e profilo sociale:

I Tancredi furono la più importante famiglia colligiana di epoca comunale. Imparentati con la progenie dei lambardi di Staggia, espressione della piccola nobiltà valdelsana, essi compaiono stabilmente nelle fonti con un Tancredi de Colle attivo nella prima metà del XII secolo. Saldamente inseriti nella clientela dei conti Aldobrandeschi, al seguito dei quali presenziarono alla stesura di numerosi e importanti atti relativi alla dinastia (e dunque anche al territorio colligiano), nei decenni di passaggio fra XII e XIII secolo i Tancredi accompagnarono da protagonisti le vicende del nascente Comune di Colle (le abitazioni della famiglia furono ad esempio utilizzate a più riprese dal Comune e dai suoi ufficiali). Lo sviluppo dell’autogoverno comunale non ebbe comunque particolari ripercussioni sulla collocazione sociale e politica dei Tancredi, che mantennero inalterati i propri legami con gli Aldobrandeschi (dai quali nel 1212 ricevettero in feudo due castelli), e con il vescovo di Volterra. Neppure il graduale allargamento della sfera di influenza fiorentina nella media Valdelsa, così come il successivo insediamento dei vicari imperiali nel corso degli anni quaranta del Duecento, causò particolari ripercussioni sulle fortune familiari, che proseguirono immutate per tutta la prima metà del secolo (un esponente del lignaggio, Berardo, ricoprì ad esempio l’incarico di Podestà nel 1237).

I tre decenni successivi rappresentano forse il periodo peggio documentato della storia comunale colligiana: i pochi riferimenti disponibili testimoniano in ogni caso dell’adesione dei Tancredi allo schieramento guelfo (il lignaggio affine dei Soarzi si caratterizzò invece per le simpatie ghibelline), egemone anche a Colle sulla scia di quanto avveniva in quegli anni a Firenze e in Toscana, e dell’accresciuto rilievo interno del lignaggio. Se dal punto di vista sociale la famiglia rafforzò la propria posizione anche al di fuori di Colle contraendo ad esempio matrimoni con le stirpi dei Pannocchieschi e dei Della Gherardesca (o dei magnati fiorentini Rossi), dal punto di vista più squisitamente politico essa acquisì un ruolo egemone nel particolare contesto colligiano, collezionando importanti incarichi istituzionali (Tancredo di Albertino fu ad esempio sindaco del Comune di Colle  per i patti con San Gimignano del 1276). Da questo punto di vista l’ascesa anche a Colle del movimento politico popolare, con il progressivo strutturarsi di uno specifico apparato istituzionale, non ebbe particolari ripercussioni sul ruolo politico né sulla posizione sociale dei Tancredi, che pure vennero inseriti ai primi del Trecento nelle liste magnatizie. Essi seppero anzi sfruttare i nuovi spazi politici e sociali come ulteriore luogo di affermazione e di consolidamento del proprio potere, che nel secondo decennio del secolo trovò concreta espressione proprio a partire dalle istituzioni popolari.



Espansione territoriale della dominazione e suo sviluppo cronologico:

Colle val d’Elsa ed il territorio ad essa facente capo.



Modalit? delle successioni:
Castelli e basi militari nel contado:

La dominazione signorile dei Tancredi non si appoggiò a castelli o fortificazioni del distretto, peraltro estremamente rari nel particolare contesto colligiano.


Risorse e iniziative economiche:

Fonte prima e principale delle fortune economiche della famiglia fu senza dubbio il possesso fondiario, legato tanto agli appezzamenti detenuti in allodio quanto ai beni e diritti ricevuti in beneficio dagli Aldobrandeschi. Le testimonianze in nostro possesso non ci consentono di definire con precisione l’entità delle proprietà terriere del lignaggio, né di quantificare anche per sommi capi la consistenza del patrimonio familiare, ma possiamo comunque ipotizzare in maniera fondata che esso fosse particolarmente consistente e che si sia ulteriormente accresciuto nel corso del XIII secolo; il che ci consente di iscrivere con buona sicurezza i Tancredi fra i lignaggi economicamente più rilevanti di Colle. Ai primi del Trecento, a fronte del perdurante sostanziale silenzio delle fonti per quanto concerne la partecipazione della famiglia al mondo mercantile-bancario, i Tancredi appaiono impegnati in attività di tipo imprenditoriale e artigianale, e legati ad importanti compagnie fiorentine e senesi per lo sfruttamento dei mulini, delle gualchiere e dei vari opifici per la produzione della carta di cui era ricco il territorio colligiano. L’impegno in tale importante settore, segno evidente delle notevoli disponibilità economiche del lignaggio, si affiancherà quindi durante la signoria di Albizzo di Scolaio alla rigida gestione delle risorse granarie della città (l’episodio più eclatante sarà il celebre rifiuto della fornitura a Firenze in occasione della carestia del 1329), in una prospettiva di dominio attento alle diverse opportunità e ai meccanismi di gestione del quadro economico locale.


Principali risorse documentarie:

La documentazione relativa alla famiglia Tancredi è conservata tanto nell’archivio del Comune di Colle, in deposito presso l’Archivio di Stato di Siena, quanto nei fondi diplomatici pertinenti allo stesso Comune conservati presso gli Archivi di Stato di Siena e Firenze. Numerosi atti sono inoltre rintracciabili nei pochi fondi superstiti di enti ecclesiastici valdelsani, oltre che fra la documentazione facente capo alle dinastie comitali degli Aldobrandeschi e (in misura minore) degli Alberti, conservata per lo più nei due citati Archivi di Stato.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: F. Schneider, Regestum Volaterranum. Regesten der Urkunden von Volterra (778-1303), Roma, Loescher, 1907, ad indicem; G. Davidsohn, Forschungen zur älteren Geschichte von Florenz, Berlin, Mittler und Sohn, 1896-1908, II, ad indicem; G. Cecchini, Il Caleffo Vecchio del Comune di Siena, II, Firenze, Olschki, 1934, ad indicem; G. Villani, Nuova Cronica, a cura di G. Porta, Guanda, Parma, 1990-1991.

Studi: M.L. Ceccarelli Lemut, I conti Alberti in Toscana fino all’inizio del XIII secolo, in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel Medioevo; marchesi, conti e visconti nel Regno Italico (secc. IX-XII), Roma, Istituto storico italiano per il medio evo, 1996, pp. 179-210; O. Muzzi, Espansione urbanistica e formazione del Comune. Colle Valdelsa tra XII e XIII secolo, in «Miscellanea storica della Valdelsa», CIV, 1998, pp. 57-118, pp. 111 sgg.; S.M. Collavini, Honorabilis domus et spetiosissimus comitatus. Gli Aldobrandeschi da conti a principi territoriali (secc. IX-XIII), Pisa, ETS, 1998, ad indicem; O. Muzzi, Attività artigianali e cambiamenti politici a Colle Val d’Elsa prima e dopo la conquista fiorentina, in La società fiorentina nel basso medioevo. Per Elio Conti, a cura di R. Ninci, Istituto storico italiano per il medio evo, Roma, 1995, pp. 221-253, pp. 226 e segg.; O. Muzzi, I rettori forestieri a Colle val D’elsa (secolo XIII – 1350), in I Podestà dell’Italia comunale, Parte I, Reclutamento e circolazione degli ufficiali forestieri (fine XII sec.-metà XIV sec.), a cura di J.C. Maire-Vigueur, Istituto storico italiano per il medio evo, Roma, 2000, pp. 681-690; O. Muzzi, Le gerarchie locali di Colle Valdelsa e la formazione del dominio fiorentino (sec. XIV-XVI), in Lo stato territoriale fiorentino, secolo XIV-XV, ricerche linguaggi confronti. Atti del seminario internazionale di studi, San Miniato 7-8 giugno 1996, Pisa, Pacini, 2001, pp. 431-460; P. Cammarosano, Storia di Colle di Val d’Elsa nel medioevo, 1, Dall’età romanica alla formazione del Comune, Trieste, CERM, 2008; Id., Storia di Colle di Val d’Elsa nel medioevo, 2, Colle nell'età di Arnolfo di Cambio, Trieste, CERM, 2009.


Membri della famiglia:

Note eventuali: