Bonacolsi, Guido, detto Bottesella


di:
Estremi anagrafici:

( ? - 24 gennaio 1309)



Durata cronologica della dominazione:

1 luglio 1299 - 24 gennaio 1309



Espansione territoriale della dominazione:

Mantova

Origine e profilo della famiglia:

Vd. Bonacolsi, Famiglia


Titoli formali:

Subito dopo il colpo di mano che lo portò al potere, Guido ottenne dal consiglio il titolo di “Capitano generale e perpetuo del comune e degli uomini e della città e del distretto di Mantova”, che mantenne fino alla fine del proprio dominio.


Modalità di accesso al potere:

Il 1° luglio Guido si impadronì di Mantova con le armi, grazie all’appoggio di Alberto della Scala, sconfiggendo lo zio Bardellone.


Legittimazioni:

Sebbene la signoria di Guido ebbe origine con un fatto d'armi, l’avvenuto passaggio di potere venne legittimato dal conferimento ufficiale dei pieni poteri sulla città e sul contado da parte del consiglio generale del comune.


Caratteristiche del sistema di governo:

Attraverso la ratifica della conquista fatta dal consiglio, Guido poteva nominare tutti i funzionari e governare secondo il suo «merum, purum et liberum arbitrium et voluntatem» con o senza l’approvazione del consiglio. Ottenne anche la facoltà di convocare i consigli e di fare pace e guerra. Gli venne inoltre ratificato il potere, già di Bardellone, di amministrare la giustizia. Guido a questo punto raccoglieva in sé tutte le funzioni degli antichi organismi comunali, sebbene avesse deciso di mantenerli formalmente in vita. Nell’accordo stipulato con Alberto della Scala il 7 luglio 1299 si diceva appunto che il Bonacolsi e i suoi «regunt Comune Mantue et sunt Comune Mantue». Si può dire quindi che l’appropriazione della signoria su Mantova da parte dei Bonacolsi era così pressoché completata. Unico tassello mancante riguardava la successione dinastica automatica. Verso la fine del 1308, sentendo Guido che la sua infermità andava aggravandosi, decise di associare al potere il fratello Rainaldo che avrebbe dovuto subentrargli anche come successore. Ritenne però che fosse necessario che l’atto fosse ratificato anche dal consiglio generale del comune, cosa che avvenne l’8 novembre 1308.

La sua politica non si discosta da quella dei predecessori. Continua la strategia di importanti acquisizioni patrimoniali sia nel contado che in città per la creazione di un saldo nucleo di beni immobiliari. L’obiettivo era cercare di impedire la formazione di centri di potere alternativi in città da parte di consorterie rivali.

Caratteristico del suo dominio fu un intenso attivismo in campo militare e in politica estera secondo la tradizionale direttrice di alleanza con gli Scaligeri e di opposizione verso gli Estensi.

Durante la sua signoria Guido Bonacolsi, anche grazie all’alleanza con Verona, fece di Mantova un’importante e prestigioso centro politico, tanto che nel 1304 Venezia scelse le due città come mediatrici nella controversia che la vedeva opposta a Padova;


Sistemi di alleanza:

Fondamentale per tutto il periodo della sua signoria fu il rapporto privilegiato che legò Guido alla famiglia della Scala alla quale si unì il 19 luglio 1301 sposando Costanza della Scala, figlia di Alberto I. Con l’aiuto dei veronesi intraprese sempre nel 1301 una campagna vittoriosa contro i duchi di Carinzia che minacciavano sia il territorio del vescovato di Trento, all’epoca retto da Filippo Bonacolsi, sia i collegamenti di Verona con la Germania. Lo sforzo bellico più importante fu però quello rivolto contro Azzone d’Este, che aveva intrapreso una politica di ampliamento territoriale e di rafforzamento delle alleanze guelfe (aveva sposato la figlia di Carlo II d’Angiò). Tra il gennaio e il febbraio 1306, il Bonacolsi si mosse per intavolare una serie di trattative con una serie di comuni al fine di promuovere una lega contro Ferrara: l’11 febbraio venne ratificata a Bologna la creazione della Società dei figli di Santa Romana Chiesa che vedeva coinvolti oltre ovviamente a Guido Bonacolsi e Alboino della Scala anche i comuni di Brescia, Parma e Bologna insieme ai fuoriusciti di Reggio e Modena e Francesco d’Este, che cercava di rovesciare il fratello. A questi si aggiunsero poi anche i signori di Ravenna. La guerra durò fino al 1308, protraendosi con alterne vicende fino alla morte di Azzone. Il figlio ritenne opportuno firmare una pace con la lega il 3 marzo di quell’anno chiudendo la guerra con un sostanziale nulla di fatto. L’adesione al blocco ghibellino portò Guido ad avvicinarsi anche a Matteo Visconti, in aiuto del quale accorse con le sue truppe nell’agosto del 1306. Sempre in funzione anti estense, strinse un’alleanza anche con Gilberto da Correggio, rafforzata anche da legami matrimoniali in quanto una delle figlie di Gilberto aveva sposato Francesco Bonacolsi, figlio di Passerino e nipote di Guido. Ciò porto il Bonacolsi e gli Scaligeri a prestare soccorso anche militarmente a Gilberto in occasione della sua caccia da Parma. Anche in questo caso l’azione non ebbe i risultati sperati visto che il da Correggio non riuscì a rientrare in possesso della città emiliana;


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Prima di diventare Capitano di Mantova, Guido ricoprì per diversi anni, tra il 1274 e il 1288, la carica di podestà a Verona. Questa esperienza risultò particolarmente significativa visto che tutta la sua politica successiva, una volta raggiunta la signoria, si basò sull’alleanza con gli Scaligeri.


Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Anche in questo campo Guido non si discostò dalla politica della sua famiglia. Cercò infatti sempre di mantenere buoni rapporti con gli enti ecclesiastici, al fine di ottenere vantaggi in termini di dominazione territoriale. Già dal 7 ottobre 1293 viene investito della carica di vicario di Suzzara per conto della Chiesa Mantovana, fino ad allora ricoperta da Pinamonte. Già si è ricordato l’importante appoggio, anche militare, che Guido accordò allo zio Filippo, vescovo di Trento. Sotto la sua dominazione, appena prima di morire, lo stesso Filippo venne designato alla cattedra mantovana ma non fece in tempo a prenderne possesso. Anche l’ordine francescano, di cui Filippo era membro, venne sostenuto dal Bonacolsi che promosse l’edificazione del nuovo edificio gotico di San Francesco;


Politica urbanistica e monumentale:

Guido proseguì nella costruzione della cosiddetta cittadella bonacolsiana con l’edificazione della Magna Domus, che divenne poi la base del futuro palazzo ducale della dinastia Gonzaga. Si completa quindi il progetto di fare della civitas vetus il nucleo di poter della città;


Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Nel corso della sua carriera politica Guido dovette affrontare l’offensiva dello zio Tagino che si impadronì della città durante l’ultimo periodo della signoria di Bardellone. Proprio a causa dell’azione del fratello di suo padre dovette subire l’esilio a Verona. Interessante è però notare come, durante questi mutamenti al vertice del potere non ci sia alcun tentativo da parte della popolazione di riportare in vita le istituzioni comunali.


Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

La dominazione di Guido Bonacolsi su Mantova si concluse con una sorta di abdicazione nei confronti del fratello Rainaldo detto Passerino. Verso la fine del 1308 infatti, Guido, ritenendosi ormai non in condizioni di governare a causa, decise di nominare Rainaldo come proprio vicario


Principali risorse documentarie:

Vd. Bonacolsi, Famiglia


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Annales Mantuani, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, XIX, a cura di G. H. Pertz, Hannoverae 1866, pp. 30 s.; De Romano, Annales Veronenses, in Antiche cronache veronesi, a cura di C. Cipolla, in Mon. della R. Deputazione veneta di storia patria, s. 3, II, 1890, pp. 440, 443, 455-457; Syllabus potestatum Veronensium,ibid., p. 403; Doc. per la storia delle relaz. fra Verona e Mantova nel sec. XIII, a cura di C. Cipolla, in Bibl. hist. ital., s. 2, 1, Milano 1901, ad IndicemDoc. per la storia delle relaz. diplom. fra Verona e Mantova nel sec. XIV, in Misc. di storia veneta, s. 2, XII, 1, Venezia 1907, pp. 11-201; Chronicon Parmense, in Rerum Ital. Script., 2 ediz., IX, 9, a cura di G. Bonazzi, ad Indicem;Chronl. con Estense,ibid., XV, 3, a cura di G. Bertoni e E. P. Vicini, pp. 56, 63 s., 66 s., 68; Ferreti Vicentini Historia rerum in Italia gestarum ab anno MCCL ad annum MCCCXVIII, a cura di C. Cipolla, I, Roma 1908, pp. 104-107, 200, 202 s., 222; H. Spangenberg, Cangrande I della Scala (1291-1320), I, Berlin 1892, ad Indicem; E. Salzer, Ueber die Anfänge der Signorie in Oberitalien, Berlin 1900, pp. 134-137, 302 s.; P. Torelli, Capitanato del popolo e vicariato imperiale come elementi costitutivi della signoria Bonacolsiana, in Atti e mem.della R. Acc. Virgiliana di Mantova, n.s., XIV-XVI (1921-1923), pp. 99, 102-119, 208, 210;MantovaLa Storia, I, Dalle origini a Gianfrancesco primo marchese, a cura di C. Coniglio, Mantova 1958, ad indicem; G. Coniglio, I Gonzaga, Milano, 1967. Si vedano inoltre la voce Bonacolsi, Guido sul DBI e la scheda Bonacolsi, Famiglia.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: