Coucy, Enguerrand VII signore de


di:
Estremi anagrafici:

1340 ca.- 28 settembre 1396.



Durata cronologica della dominazione:

28 settembre – 5 novembre 1384.



Espansione territoriale della dominazione:
Origine e profilo della famiglia:

Figlio di un omonimo Enguerrand VI e di Caterina d’Austria, a sua volta nata dal duca Leopoldo e da Caterina di Savoia, Enguerrand era signore di Coucy nell’Aisne e in quanto tale grande vassallo del Re di Francia. Catturato dagli Inglesi nel corso della battaglia di Poitiers (1356), il prigioniero Enguerrand si guadagnò la stima di Re Edoardo III che, nel luglio 1356, gli dette in moglie la figlia Isabella con una ricca dote costituita dalla baronia su Bedford. Due anni dopo, da uno dei suoi compagni francesi, Guy de Blois, Enguerrand ricevette inoltre la contea di Soissons. Rientrato in Francia dopo la prigionia inglese, Enguerrand partecipò una prima volta alle guerre italiane coadiuvando il suo cugino Amedeo VI di Savoia nella lotta che lo vedeva schierato, in lega con papa Gregorio XI, contro i Visconti signori di Milano.


Titoli formali:

Il breve dominio di Enguerrand su Arezzo fu conseguente alla conquista militare della città non riflettendosi, dunque, nell’attribuzione di alcun titolo formale specifico. Anche nell’atto con il quale il 5 novembre 1384 il Francese vendette Arezzo al Comune di Firenze, egli qualifica se stesso come dominus de Conciaco, Suassionensium et Bedefortis comes senza giustificare il suo possesso sulla città se non affermando dictam Aretii civitatem vi armorum cepit, conquisivit et suo solio subiugavit.


Modalità di accesso al potere:

Morto Carlo V di Francia, Enguerrand fu chiamato a far parte del consiglio che avrebbe dovuto vigilare sull’operato del tutore Luigi d’Angiò fintanto che Carlo VI fosse stato minore. In ottimi rapporti col reggente, Coucy accorse in suo aiuto nella Penisola dopo che la regina Giovanna I, fatta prigioniera da Carlo di Durazzo, aveva designato l’Angioino proprio erede nei diritti sul Regno di Napoli.

Transitando in Toscana diretto nel Mezzogiorno, il Coucy vi trovò una situazione politicamente assai confusa. A fronte delle difficoltà nelle quali versava il governo di Jacopo Caracciolo, vicario di Carlo di Durazzo in Arezzo, appoggiato dai Bostoli e dagli Arciguelfi, Firenze non nascondeva la sua ambizione di acquisire un diretto controllo sulla città. Parimenti anche il Comune di Siena accarezzava l’idea di poter addivenire ad un diretto dominio su Arezzo fidando sull’appoggio dei ghibellini Tarlati e dei guelfi moderati Brandaglia che si opponevano al Caracciolo ed ai suoi partigiani. E proprio dopo aver raggiunto un’intesa coi Tarlati, ai quali il Coucy promise forse di demandare l’effettivo governo della città, le soldatesche della famiglia rinforzate da armati francesi irruppero in Arezzo il 29 settembre 1384. La conquista militare rese il Coucy padrone della città, per quanto egli non controllasse il casseretto nel quale si erano asserragliati il Caracciolo e gli Arciguelfi che, da questa ridotta, continuarono ad opporre una strenua resistenza.


Legittimazioni:

Il dominio di Enguerrand de Coucy su Arezzo non ebbe altra legittimazione se non quella derivante dalla conquista militare della città, strappata ad Jacopo di Caracciolo terzo vicario di Carlo di Durazzo dopo i precedenti  Guglielmo Giurino e Marsilio Confalonieri.


Caratteristiche del sistema di governo:

La decisione di Enguerrand di disfarsi di Arezzo a meno di due mesi dalla conquista (vedi infra Fine della signoria) sollevò il Francese da ogni preoccupazione inerente l’effettivo governo della città. La brevità dell’esperienza di potere del Coucy conferì a quest’ultima la fisionomia di una mera occupazione militare. Essa fu peraltro parziale non estendendosi al casseretto dove gli Arciguelfi ed il Caracciolo continuarono ad opporre una tenace resistenza.


Sistemi di alleanza:

Le alleanze del quale il Coucy potè avvalersi furono quelle intessute nel contesto della guerra di successione del Regno di Napoli che vedeva papa Clemente VII e i Visconti sostenere Luigi d’Angiò, i Fiorentini ed Urbano VI appoggiare il rivale Carlo di Durazzo.

Nel contesto aretino, come più volte ricordato, Enguerrand poteva contare sull’alleanza di tutte quelle forze che si opponevano al governo durazzesco ed alla politica arciguelfa dei suoi vicari. Tra i suoi più ferventi sostenitori furono annoverate dunque le famiglie ghibelline dei Tarlati e degli Ubertini ma anche quella guelfomoderata dei Brandaglia.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Ai primi di ottobre del 1384, dopo pochi giorni dalla conquista della città, giunse in Arezzo la notizia che Luigi d’Angiò era morto. La scomparsa del superiore referente del Coucy, che egli avrebbe dovuto sostenere nella guerra contro Carlo di Durazzo, privò Enguerrand di ogni ragionevole motivazione a trattenersi in Italia. Egli tentò dunque di disfarsi di Arezzo offrendone il possesso a Siena al prezzo di 25 mila fiorini d’oro. Le minacciose pressioni del Comune di Firenze, naturalmente contrario a tale accordo, indussero però i Senesi a desistere. Anzi, per prevenire in futuro una similare eventualità e forzare la situazione, il 27 ottobre i Firenze acquistarono dal Caracciolo il casseretto inducendo così anche Enguerrand a ceder loro il resto della città. Il 5 novembre 1384, ricevendo in cambio la somma di 40 mila fiorini, Enguerrand de Coucy deliberavit et decretavit dictam civitatem Aretii tradere et concedere dicto Comuni Florentie […] cum omnibus et singulis iuribus et iurisdictionibus, preheminentiis et privilegiis et cum mero et misto imperio et cuiuscumque iurisdictionis exercitio.


Principali risorse documentarie:

La vicenda della conquista aretina da parte del Coucy e della successiva vendita al Comune di Firenze trova eco in buona parte delle cronache coeve. Copie autentiche dell’atto di cessione sono oggi conservate in ASFi, Capitoli del Comune.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: Guccio Benvenuto de’ nobili, Ricordo della compra d’Arezzo, Rer. Italic. Scrip.2, t. XXIV, p. I, a cura di G. Grazzini; L. Bruni, Istoria fiorentina, II,Firenze, Le Monnier, 1861; Ser Bartolomeo di ser Gorello; Cronica dei fatti di Arezzo, a cura di A. Bini e G. Grazzini, Rer. Italic. Scrip.2, t. XV, p. I, Bologna 1933; Capitoli (I) del Comune di Firenze, a cura di C. Guasti, Firenze 1866; Goro Dati, Istoria di Firenze, in A. Lanza, Firenze contro Milano. Gli intellettuali fiorentini nelle guerre contro i Visconti (1390-1440), De Rubeis, Roma 1991; Giovanni L. De Bonis, Liber Inferni Aretii, cronica in terza rima, Rer. Italic. Scrip.2, t. XV, p. I, Bologna 1933; Donato di Neri, Cronaca senese di Donato di Neri e di suo figlio Neri, in Cronache senesi, a cura di A. Lisini e F. Iacomennti, in Ris, XV, p. VI, Bologna 1931-39; U. Pasqui, Documenti per la storia della città di Arezzo nel medio evo, Arezzo, Bellotti, 1916-20; Sigsmondo Tizio , Historiae Senenses, vol. I, t. I, p.I, a cura di M. D. Garfagnini, Istituto Storico Italiano per l’Età moderna e Contemporanea, Roma, 1992.

Studi: A. Antoniella, Affermazione e forme istituzionali della dominazione fiorentina sul territorio di Arezzo (secc. XIV-XVI), «Annali Aretini», I, 1993, pp. 173-205; L. Berti, Arezzo nel tardo Medio Evo (1222-1440). Storia Politico-Istituzionale, Società storica aretina, Arezzo 2005; P. Durrieau, La prise d’Arezzo par Enguerrand VII sire de Coucy en 1384, «Bibl. de l’Ecole des charters», XLI (1880), pp. 161-194; G. Fatini, L’ultimo secolo della repubblica aretina, «Bull. Senese di storia patria», XXXI (1924), pp. 92-106; F.C. Uginet, Coucy, Enguerrand de, (sub voce) in Dizionario Biografico degli Italiani; U. Pasqui, Prefazione, in Id., Documenti per la storia della città di Arezzo, III, Codice Diplomatico (an. 1337.1385), Arezzo, Bellotti, 1920, pp. I-XV.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: