Faggiola, Uguccione della


di:
Estremi anagrafici:

1250 circa –1319.



Durata cronologica della dominazione:

Arezzo 1292 – 1295; 1308-1310;
Pisa 1313 settembre 20 – 1315 aprile 10;
Lucca 1314 giugno 14 – 1315 aprile 10;
Sansepolcro 1314? - 1316?



Espansione territoriale della dominazione:
Origine e profilo della famiglia:
Titoli formali:

-    Ad Arezzo Uguccione fu podestà ininterrottamente dal 1292 al 1295, fatto inusuale; in seguito egli fu podestà ancora nel 1303, ma fu cacciato dalla città senza poter completare l'incarico; nuovamente richiamato nel 1308 fu podestà e l'anno successivo capitano del popolo, fino a che una sollevazione popolare cacciò il podestà, Ciappetta da Montauto, e Uguccione esercitò entrambe le cariche, che gli furono riconfermate per il 1310.
-    A Pisa fu chiamato dal comune come capo militare e per tale motivo venne insignito dei titoli di podestà, capitano del popolo e capitano di guerra.
-    Lucca fu presa militarmente e dopo un primo periodo di dominio informale fu retta da Francesco, figlio del F., in qualità di podestà e capitano generale, mentre Pisa e Lucca concludevano una lega il cui capitano era appunto Uguccione.
-    Forse Uguccione fu anche investito feudalmente di Sansepolcro nel 1314 dall'imperatore Ludovico il Bavaro.


Modalità di accesso al potere:

-    Dopo la disfatta di Campaldino il comune aretino cercò una personalità forte per la difesa e soprattutto per la riconquista delle gravi amputazioni territoriali subite, trovandola in Uguccione, le cui doti militari lasciavano ben sperare. Per tal motivo il F. fu nominato podestà per quattro anni consecutivi, instaurando una sorta di cripto-signoria personale. In seguito, quando ci furono ulteriori necessità militari, Uguccione fu richiamato, e precisamente nel 1303 e nel 1308, anche se le discordie interne fra le fazioni ghibelline dei Verdi e dei Secchi non gli permisero di completare le sue cariche, tanto nel 1303, quanto nel 1310, dopo che aveva nuovamente governato la città per più di un biennio.
-    Successivamente il F. seguì Arrigo VII nella sua campagna contro Firenze e si trovava a Genova, in qualità di rappresentante imperiale, quando la morte del sovrano scompaginò la situazione politica toscana. Chiamato dal comune pisano, sempre per le sue capacità militari, ottenne le tre cariche di podestà, capitano del popolo e capitano di guerra, che gli permisero di esercitare una vera signoria sulla città.
-    Grazie a questo fatto poté dedicarsi alle imprese contro i guelfi che culminarono nella conquista di Lucca  nel 1314. L'anno dopo, nella battaglia di Montecatini, umiliò le forze guelfe e il suo astro si consolidò momentaneamente.
-    Alcune fonti danno notizia dell'infeudazione di Sansepolcro  da parte di Ludovico il Bavaro nel 1323, ma come fa notare il Coleschi, la cosa non è possibile, perché Uguccione era morto nel 1319. Se quindi non si vuole pensare a un errore di persona, e a un'infeudazione dei soli figli, il fatto va anticipato probabilmente al 1314, quando effettivamente Uguccione ottenne alcune concessioni imperiali.


Legittimazioni:

-    Per Arezzo non risulta alcuna legittimazione formale del potere esercitato da Uguccione;
-    Anche a Pisa tale potere si resse esclusivamente sulle cariche istituzionali esercitate contemporaneamente dal F., come a Lucca, almeno fino alla conclusione della lega fra le due città, che riconosceva il titolo di Capitano Generale a Uguccione e con questo un vasto potere di intervento.
-    Diverso il discorso per Sansepolcro, dove vi fu probabilmente un'investitura feudale da parte dell'imperatore, anche se non è sicuro che riguardasse lo stesso F. o i figli, per via della data incerta della notizia.


Caratteristiche del sistema di governo:

-    Più che in altri casi di signorie personali, il dominio di Uguccione fu essenzialmente fondato sul suo carisma e sulle sue riconosciute doti militari. In tutti i casi conosciuti il F. non modificò minimamente l'amministrazione dei centri soggetti, sovrapponendo la sua autorità a quelle esistenti o esercitando il proprio controllo all'interno dell'organico comunale, con l'assunzione delle massime cariche, come podestà e capitano del popolo. Anche nella situazione che si venne a creare con la conquista di Lucca, il titolo di capitano della lega fra le due città non intaccava formalmente il governo delle stesse, ma vi sovrapponeva una larga capacità di controllo di Uguccione, che poteva intervenire discrezionalmente nell'amministrazione dei due comuni per i fini della lega stessa.
-    Anche a Sansepolcro, se l'investitura imperiale fu effettivamente concessa a lui, Uguccione non alterò lo status quo, ma si limitò a imporre i propri figli al vertice del comune.


Sistemi di alleanza:

L’orientamento dichiaratamente ghibellino di Uguccione non fu mai messo in discussione dalla sua politica, ma anzi rinvigorito dalla prestazione del giuramento di fedeltà all'imperatore. Localmente il F. fu in grado di trovare accordi con i rispettivi partiti ghibellini, anche se ad Arezzo la scissione dello stesso in due fazioni lo vide schierarsi con una delle due, in opposizione ai Tarlati che egemonizzavano l'altra.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Nel 1313, come detto, Uguccione si trovava a Genova in qualità di emissario imperiale quando avvenne la chiamata a Pisa. Negli ultimi anni della sua vita, entrato al servizio di Cangrande della Scala, fu ininterrottamente il suo comandante militare, esercitando anche la podesteria di Brescia nel 1317. Capitano generale della lega ghibellina nel 1297?; capitano ad Arezzo nel 1300? Capitano di Cesena nel 1300?


Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Non risultano particolari legami con enti ecclesiastici, se si esclude una certa pressione esercitata nel 1293 sul capitolo aretino per ottenere una favorevole permuta di beni, che tuttavia incontrò l'opposizione di alcuni canonici.


Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Il consenso al governo di Uguccione fu sempre legato alle sue doti militari e al revanscismo che esse permettevano alla causa ghibellina dopo i rovesci degli ultimi decenni del Duecento. Come contropartita non appena le necessità militari si facevano meno pressanti il risentimento per un governo personale e dispotico si riaffacciava fra i sudditi, rendendone precaria la sopravvivenza. Ad Arezzo poi le cose furono complicate dall'esistenza di due differenti fazioni all'interno del ghibellinismo locale, che imposero a Uguccione una scelta, necessariamente impopolare con l'altra fazione.


Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

-    Ad Arezzo il potere di Uguccione fu intermittente, come abbiamo visto. Dopo il quadriennio 1292-5, egli lasciò probabilmente la città spontaneamente per condurre una serie di campagne militari in Romagna. Nel 1303 invece fu espulso dalla città per contrasti con il ceto dirigente comunale, come pure avvenne in maniera definitiva nel 1310, anche se in tale caso la sua rinuncia fu forse anche motivata dal desiderio di seguire l'imperatore nelle sue campagne.
-    Da Pisa e Lucca fu invece cacciato da due rivolte quasi contemporanee, che approfittarono della sua assenza.
-    Per Sansepolcro, se si accetta l'ipotesi che l'investitura avvenisse nella sua persona nel 1314, anche la notizia della rivolta popolare che l'avrebbe estromesso dal paese va anticipata ai primi mesi del 1316, dato che alcune fonti la indicano come funesto presagio della cacciata da Pisa, che avvenne nell'aprile di quell'anno.


Principali risorse documentarie:

-    ACA [Archivio Capitolare di Arezzo, Fondo Canonica], n. 769, 2 novembre 1293; ACA, n. 773, 16-7 novembre 1293; ASFI [Archivio di Stato di Firenze], Diplomatico, Camaldoli, 11 agosto 1293 (una parte degli ultimi due documenti è pubblicata in U. Pasqui, Documenti per la storia della città di Arezzo nel Medio Evo, II, Firenze, R. Deputazione di Storia Patria, 1916, n. 687); ASFI, Diplomatico, Comune di Castiglion Fiorentino, quaderno 1198-1237, c. 5v.,  8 giugno 1303 (pubblicato in Pasqui, Documenti, II, cit., n. 691); ASFI, Diplomatico, Olivetani d’Arezzo, 10 novembre 1302 (in realtà, 10, 11 e 30 novembre);
-    ASLu [Archivio di Stato di Lucca], Atti di Castruccio, n. 1, cc. 4r.-15v.; Archivio Arcivescovile di Lucca, Pergamena F 46 (1315).


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: Annales Arretinorum Maiores et Minores, in R.I.S.2, XXIV, a c. di A. Bini e G. Grazzini, Città di Castello, S. Lapi, 1909, pp. 3-15, 41-44 (anche in Pasqui, Documenti, cit.,  IV, Arezzo, U. Bellotti, 1904, pp. 37-76 e 77-81), ad annum;  G.B Mittarelli-A. Costadoni, Annales Camaldulenses Ordinis Sancti Benedicti, T. quintus, Venetiis MDCCLX; G. Villani, Nuova Cronica, a c. di G. Porta, Parma, Guanda, 1990-1;  C. Troya, Del Veltro allegorico di Dante e altri saggi storici, a cura di C. Panigada, Bari, Laterza, 1932 (ristampa dell’edizione del 1826), doc. XIX, pp. 287 e segg.;  D. COMPAGNI, Cronica, a cura di G. Luzzatto, Torino, Einaudi, 1968;  Annales Caesenates, a cura di E. Angiolini, Fonti per la Storia dell’Italia Medievale, Antiquitates, 21, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, 2003, ad annum.

Studi:  L. Coleschi, Storia di Borgo Sansepolcro, Sansepolcro 1886, ristampata in L. Coleschi – F. Polcri, Storia di San Sepolcro, Sansepolcro, C.L.E.A.T., 1966, pp. 38-9; F.V. Lombardi, L'origine dei faggiolani alla luce di un documento inedito, «Studi Montefeltrani», 1971, I, pp. 49-68;  G. Cherubini, Una comunità dell'appennino dal XIII al XV secolo. Montecoronaro dalla signoria dell'abbazia del Trivio al dominio di Firenze, Firenze, L.S. Olschki editore, 1972;  C. Meek, Faggiola, Uguccione della, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1988, 36, pp. 804-8;  Uguccione della Faggiola nelle vicende storiche fra Due e Trecento, Atti del Convegno, Casteldelci 6-7 settembre 1986, «Studi Montefeltrani», 18/1995, pp. 5-64, anche in estratto: «Studi Montefeltrani», Atti convegni 4;  G.P.G. Scharf, Un castrum scomparso: Mansciano in Valtiberina, «Pagine Altotiberine, VI, 2002, 17, pp. 69-80; Id.,  Le prime esperienze signorili di Uguccione della Faggiola: il periodo aretino (1292-1311), «Archivio Storico Italiano», CLX, 2002, pp.753-767, riedito in «Studi Montefeltrani», n. 25, 2004, pp. 27-40, anche in rete all’indirizzo http://centri.univr.it/RM/biblioteca/scaffale/s.htm; A. Poloni, Trasformazioni della società e mutamenti delle forme politiche in un Comune italiano: il Popolo a Pisa (1220-1330), Pisa, ETS, 2004, pp. 232-40, 275-6.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: