Muzio di Francesco


di:
Estremi anagrafici:

Morto prima del 1339.



Durata cronologica della dominazione:

Dal 13-IX-1319 al 30-III-1322.



Espansione territoriale della dominazione:

Assisi.

Origine e profilo della famiglia:

Figlio qd domini Francisci militis de Asisio, Muzio è stato canonico della cattedrale prima di rinunciare alla sua prebenda nel 1309 a favore del nipote Napoleuccio Neri. Fu sicuramente uno degli uomini più ricchi di Assisi, se è vero  che dopo il suo abbandono della città parte dei suoi beni furono acquistati dai Perugini per 10 000 fiorini, ed era inoltre dotato di notevoli capacità militari. Tutto ciò rende più che plausibile la sua appartenenza allo strato più alto della nobiltà cittadina locale. Non so su quale testimonianza si fondi l’Autore della voce Brancaleoni, Muzio (Muzio di Assisi), p. 818 per farne un membro della famiglia dei Brancaleoni della Massa Trabaria.


Titoli formali:

Capitano del popolo, ma per una durata impossibile da precisare.


Modalità di accesso al potere:

 

 


Legittimazioni:

Muzio non sentiva di certo il bisogno di legittimazioni esterne se è vero che avrebbe dichiarato, come riporta un testimone davanti agli inquisitori: “Non est alius papa, nec cardinalis, nec episcopus, nec imperator quia ego sum in terra ista papa, cardinalis, episcopus et imperator” ( Brufani, Eresia di un ribelle…, p. 157, vedi Bibliografia).


Caratteristiche del sistema di governo:

Muzio governa in stretta collaborazione con il podestà aretino e quindi ghibellino Vanne de Poppi e nel pieno rispetto delle istituzioni comunali, come dimostra la sua attiva partecipazione al consiglio del comune dove perora, per esempio, in favore dell’alleanza con Federico da Montefeltro (Brufani, Eresia di un ribelle…, p. 159: …proposuit et arengavit in consilio quod veniret in Assisio dictus Fredericus”) oppure per chiedere  che fossero disposte guardie alle porte della città (Ibid., p. 165: “…arengavit in consilio ubi era potestas Assisii dicens quod dictus potestas [si tratta questa volta del perugino dnus Ermannus, forse membro di una famiglia ghibellina di Perugia] deberet facere poni ad portas civitatis Assisii custodes…”. Esistono  altre testimonianze dello stesso tenore.

E’ considerato dai testimoni del processo svolto davanti agli inquisitori come il vero signore di Assisi, nel senso che è lui a decidere: un testimone dice per esempio di essere stato sottoposto alla tortura “de mandato Mutii” (ibid., p. 191).

Nel suo interrogatorio da parte degli inquisitori, Muzio dice che non voleva che il conte Federico da Montefeltro venisse ad Assisi, e che lui stesso non ha fatto che conformarsi alla decisione presa dagli “alii homines de Assisio” (Ibid., p. 210).

Tra le misure a lui attribuite dai testimoni, figurano la tassazione del clero, la repressione dei guelfi, nonché il “prelievo” degli oggetti di valore custoditi nel Sacro Convento di Assisi (il cosiddetto tesoro pontificio) che Muzio intendeva ipotecare per assoldare nuove forze militari, promettendo però di restituirli appena possibile


Sistemi di alleanza:

Capo dei ghibellini  di Assisi, Muzio è uno degli esponenti più attivi e dinamici dello schieramento ostile alla curia che accumula numerosi successi in Italia centrale negli anni ‘10 e ‘20 del XIV secolo. I testimoni interrogati dagli inquisitori riportano alcune delle iniziative da lui prese per rafforzare il sistema di alleanza che unisce le signorie ghibelline del Centro e del Nord Italia. Ha per esempio sollecitato e ottenuto l’aiuto di Federico di Montefeltro in cambio di una certa somma di denaro (Brufani, Eresia di un ribelle, p. 140) e fatto giurare fedeltà al partito ghibellino alla popolazione di Assisi (ibid;, p. 197: il testimone “vidit predictum Mutium facente homines iurare partem gebellinam et imperii”). Ha anche avuto un ruolo determinante negli eventi che portano alla presa di potere da parte dei ghibellini a Nocera (signoria di Giovanni di Chella) e a Spoleto nel 1320.

E’ stata formulata da Brufani, Eresia di un ribelle…, pp. 32-33, un’ipotesi molto interessante sugli obiettivi di Muzio.  Secondo Brufani, Muzio sarebbe stato favorevole ad una coesistenza più o meno pacifica delle due fazioni, forse sotto la forma di una spartizione della città tra guelfi e ghibellini, con la garanzia o l’arbitrio del papato. Tale disegno sarebbe stato pienamente conforme  alla strategia sostenuta dal cardinale Napoleone Orsini, favorevole alla coesistenza pacifica delle due fazioni in tutta l’Italie centrosettentrionale, e con il quale sembra che Muzio abbia avuto sempre buoni rapporti. Da notare che dopo la sua partenza da Assisi, Muzio non ha mai rifiutato di riconoscere la legittimità dei tribunali pontifici e non ha cercato di sottrarsi ai procedimenti giudiziari dei due inquisitori; ha risposto per esempio alle loro convocazioni e si è sottoposto al loro interrogatorio, chiedendo però maggiori garanzie di quelle che gli venivano offerte.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Va ricordato che fino al 1309 Muzio è titolare di una prebenda del capitolo della cattedrale di Assisi.  Durante la sua Signoria, avrebbe ”tentato di avvalorare, almeno nei discorsi pubblici, una gerarchia ecclesiastica alternativa a quella romana” (brufani, Eresia di un ribelle…, p. 68). Radicale sarebbe stata, secondo i testimoni del processo davanti agli inquisitori,  la sua contestazione dell’autorità pontificia:: “Iste papa non est papa et ego possum melius ex comunicare eum quam ipse me; et ego habeo in Assisio papam et imperatorem et episcopum Rufinum” (ibid., p. 156)).


Politica urbanistica e monumentale:

Utilizza il prodotto delle tasse imposte al clero pro reparatione muro rum civitatis Assisii (Brufani, Eresia di un ribelle…, p. 150).


Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Assisi era governata dalla fazione guelfa durante tutto il periodo di subordinazione di Assisi a Perugia, ossia dalla fine del XIII secolo. L’arrivo al potere di Muzio è seguito dall’espulsione o comunque dall’abbandono della città da parte dei guelfi.


Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Muzio abbandona la città quando la popolazione è sul punto di arrendersi ai Perugini. Passerà il resto della vita in esilio in città ghibelline come Arezzo e Todi.


Principali risorse documentarie:

Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: S. Brufani, Eresia di un ribelle al tempo di Giovanni XXII: il caso di Muzio di Francesco d’Assisi con l’edizione del processo inquisitoriale, Spoleto 1989.

Studi: G. Franceschini, Brancaleoni, Muzio (Muzio di Assisi), in DBI, 13, Roma 1971, pp. 818-819; S. Brufani, La signoria di Muzio di Francesco in Assisi (1329-1322), in Signorie in Umbria tra Medioevo e Rinascimento: l’esperienza dei Trinci, Perugia 1989, vol. 2, pp. 447-451


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: