Orsini, Poncello


di:
Estremi anagrafici:

+1337.



Durata cronologica della dominazione:

1315-1322, anche se non ricoprì cariche ufficiali che per 15 mesi negli anni 1315 e 1316 e per poco più di un anno tra il 1321-1322.



Espansione territoriale della dominazione:

Orvieto e il suo contado.

Origine e profilo della famiglia:

Napoleone, chiamato Poncello nella maggior parte delle fonti, appartiene alla grande famiglia baronale degli Orsini di Roma. E’ figlio di Orso di Gentile di Matteo Rosso. In quanto tale fa parte del ramo degli Orsini di Castel Sant’Angelo. Alla fine degli anni 1270, il padre di Napoleone, Orso, grazie alla protezione dello zio papa Niccolo’ III e usando della violenza, si era impadronito di vari castelli nel Viterbese, in particolare di Soriano, importante castello dei Monti Cimini (sull’usurpazione dei castelli del Viterbese da parte dei Orso e del fratello Gentile, cfr. S. CAROCCI, Baroni di Roma…, pp. 133-139). La forte reazione di Viterbo negli anni 1280 costringerà Orso e il fratello Bertoldo a restituire parte dei castelli usurpati ma da allora questo ramo degli Orsini, talvolta designati come Orsini di Soriano per la discendenza di Orso e come Orsini di Sovana o di Pitigliano per quella di Bertoldo, rimarrà molto attivo nel Patrimonio e nel sud della Toscana approfittando di ogni opportunità per estendere o rafforzare le loro aree di dominazione.


Titoli formali:

Novembre 1315 o poco dopo: capitano di guerra.

Aprile 1316: capitano di guerra del comune e del popolo.

Ottobre 1316: capitano del comune e del popolo.

 


Modalità di accesso al potere:

Orvieto ricorre a Poncello nella speranza di raddrizzare una situazione militare compromessa da una pesante sconfitta subita da parte dei Viterbesi e dei ghibellini esiliati, dalla formazione di una forte coalizione di nemici della città e dall’occupazione di gran parte del contado da parte degli stessi ghibellini. Poncello comincia quindi con il ricevere la carica di capitano di guerra, poi vede la sfera delle sue prerogative allargarsi ad altri settori della politica comunale e finisce per diventare il personaggio di gran lunga più influente all’interno del comune.


Legittimazioni:

Poncello riceve le sue cariche dai consigli in modo del tutto regolare.


Caratteristiche del sistema di governo:

Poncello esercita la sua influenza nel pieno rispetto delle istituzioni comunali. Per esempio è in veste di capitano del popolo che presiede i consessi popolari. Nel 1316 si fa promotore di riforme che rafforzano notevolmente le prerogative del popolo e tendono a ridurre la partecipazione dei nobili alla vita politica. Il suo ritorno nel gennaio o febbraio 1321 sembra essere stato voluto dalla frazione più radicale del popolo e forse ostacolato dalla frazione più moderata o favorevole a un compromesso con la nobiltà. Appena tornato, moltiplica di nuovo le riforme favorevoli al popolo ma vengono anche varati una serie di provvedimenti che rafforzano le sue proprie prerogative; ottiene per esempio la facoltà di dimettere qualsiasi ufficiale e di sostituirlo con un altro di suo gradimento. Vengono  inasprite le misure antinobiliari e si procede alla compilazione di un elenco di nobili sottoposti a varie limitazioni dei loro diritti politici.


Sistemi di alleanza:

Prosegue l’adesione del comune al sistema di alleanza guelfo-angioino attivo in tutta l’Italia centrale. Dopo la  partenza da Orvieto, Poncello sarà per vari anni uno dei due vicari di re Roberto senatore di Roma. Nel 1317, re Roberto viene scelto per due volte come podestà d’Orvieto.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Capitano di guerra a Perugia nel 1321.

Vicario di re Roberto a Roma 1323-1327.


Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Gode dell’appoggio del popolo, perlomeno dalla frazione più radicale del popolo. Deve fare i conti con la forte ostilità dei Monaldeschi e probabilmente di una frazione più o meno ampia della nobiltà.

 


Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Poncello abbandonò il potere di fronte alla forte ostilità dei Monaldeschi, la più potente famiglia nobile della città, che era riuscita a guadagnarsi l’appoggio di una parte del popolo. Un atteggiamento cosi’ remissivo da parte di Poncello si spiega forse con il fatto che Orvieto non era per lui che una pedina su una scacchiera più vasta. E’ significativo per esempio che non si sia mai dedicato  a tempo pieno alle sua cariche orvietane, facendosi rappresentare da un figlio e accettando cariche in altre città, come a Perugia dove fu capitano di guerra nel 1321 (WALEY, Mediaeval Orvieto, p. 110: da verificare a Perugia).


Principali risorse documentarie:

Disponibile l’intera serie delle Riformagioni orvietane per il periodo preso in considerazione.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

L. FUMI, Codice diplomatico della città d’Orvieto, Firenze 1884; D. WALEY, Medieval Orvieto. The Political History of an Italian City-State 1157-1334, Cambridge, 1952, in part. pp. 99-111 (trad. it. Orvieto medievale, Roma 1985); S. CAROCCI, Baroni di Roma. Dominazioni signorili e lignaggi aristocratici nel Duecento e nel primo Trecento, Roma 1993, in part. pp. 132-139; F. ALLEGREZZA, Organizzazione del potere e dinamiche familiari. Gli Orsini dal Duecento agli inizi del Quattrocento, Roma1998, in part. pp. 72-74.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: