Polenta, Guido (III) da


di:
Estremi anagrafici:

?-1390.



Durata cronologica della dominazione:

1359-1390.



Espansione territoriale della dominazione:

Ravenna.

Origine e profilo della famiglia:

Vedi scheda famiglia da Polenta. Guido era figlio di Bernardino da Polenta.


Titoli formali:

Vicario in temporalibus per la   S. Sede..


Modalità di accesso al potere:

Guido successe al padre, ricevendo prontamente dal papa l’investitura del vicariato apostolico.


Legittimazioni:

Guido governò con il solo titolo di vicario apostolico, che gli fu concesso fin dal 1359, poco dopo la morte del padre, e poi confermato, esteso a Cervia (vedi scheda famiglia da Polenta), Polenta, Cuglianello e la villa di Melsa, nel 1364. L’investitura era sempre di durata decennale, e prevedeva il versamento di un censo di 3000 fiorini. Nel 1383, tuttavia, a causa della scelta di schierarsi, nell’ambito del grande scisma d’Occidente, con Clemente VII, il papa di Avignone, Guido fu scomunicato dal papa romano Urbano VI e privato dei suoi domini. Il vicariato su Ravenna e il suo territorio fu concesso a Galeotto Malatesta. Guido mantenne il controllo della città, ma da allora la sua signoria fu di fatto illegittima, una circostanza che indebolì notevolmente la sua posizione e determinò un clima di malcontento e tensioni politiche.


Caratteristiche del sistema di governo:

 

Vedi scheda Ostasio da Polenta..


Sistemi di alleanza:

Dopo la lunga collaborazione conla Santa Sede, la svolta decisiva della politica delle alleanze di Guido avvenne nei primi anni ’80, quando, nell’ambito del grande scisma d’Occidente, egli decise di schierarsi a favore del papa di obbedienza avignonese Clemente VII contro il papa romano Urbano VI. Questa scelta ebbe conseguenze molto negative per il P.: non solo fu privato del vicariato, ma entrò in contrasto con i Malatesta. Nei decenni a cavallo tra Tre e Quattrocento, del resto, il gioco delle alleanze tra le potenze dell’Italia centro-settentrionale divenne molto complicato e particolarmente mutevole. A partire dal 1385 Guido appoggiò Venezia e Antonio Della Scala, signore di Verona – che era suo genero, perché aveva sposato la figlia Samaritana – nella guerra contro i da Carrara di Padova, ai quali pure i P. erano legati da una lunga intesa, instaurata al tempo di Ostasio (vedi scheda Ostasio da Polenta).

Guido aveva sposato Lisa, figlia di Obizzo (III) d’Este. Egli perseguì per i suoi figli una politica matrimoniale straordinariamente ambiziosa, di livello assai superiore a quella dei suoi predecessori, che portò i da Polenta a piazzarsi al centro di una fitta trama di relazioni con le maggiori potenze dell’epoca. Tutti i figli di Guido sposarono infatti esponenti di grandi famiglie signorili. In questa generazione furono anzi prassi comune le unioni doppie, che intendevano stabilire o ribadire rapporti di alleanza particolarmente stretti: Bernardino sposò Lucia, figlia di Cansignorio Della Scala, signore di Verona, e la sorella Samaritana sposò il fratello di Lucia, Antonio. Ostasio sposò Caterina del Carretto, e lo stesso Bernardino sposò il seconde nozze Eleonora, sempre della famiglia Del Carretto. Leta sposò Francesco, dei Gonzaga di Mantova, e in seconde nozze, dopo il 1369, Astorgio Manfredi, signore di Faenza dal 1377. Obizzo sposò – ma solo nel 1397, dopo la morte del padre –  Lisa di Alberico, sempre della famiglia Manfredi, e una Manfredi, della quale non è noto il nome, sposò anche un altro figlio di Guido, Aldobrandino. Licinia sposò Venanzio di Rodolfo, dei da Varano signori di Camerino. Beatrice sposò Alberico dei conti di Cunio, una delle famiglie più attive nelle lotte di potere romagnole tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Nei primi anni del suo dominio Guido si segnalò come comandante di truppe mercenarie al servizio della Santa Sede: nel 1361 fu uno degli artefici della vittoria delle forze pontificie nella battaglia di S. Ruffillo, presso Bologna, contro le milizie viscontee. Dopo il 1385 il figlio Ostasio fu tra i comandanti delle truppe schierate dai Della Scala contro i da Carrara di Padova, nell’ambito di un’alleanza che, oltre ai da Polenta e ai signori di Verona, comprendeva anche Venezia e gli Ordelaffi di Forlì.


Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Guido riprese con decisione lo sforzo per imporre l’influenza della famiglia sulla chiesa cittadina, che aveva subito una battuta d’arresto dopo la grave rottura determinata dall’uccisione, nel 1322, di Rinaldo da Polenta, arcivescovo eletto di Ravenna, da parte del cugino Ostasio (vedi scheda Ostasio da Polenta). Due dei dodici figli di Guido, Azzo e Angelico, furono avviati alla carriera ecclesiastica, e insediati entrambi come canonici del capitolo della cattedrale cittadina. Anche le donne della famiglia che avevano intrapreso la vita religiosa giunsero negli anni di Guido a posizioni di rilievo: Giovanna, zia di Guido, fu badessa del monastero benedettino urbano di S. Andrea negli anni ’60 e ’70, mentre Chiara, cugina di Guido, figlia di Pandolfo da Polenta, divenne badessa del convento di S. Chiara nel 1378.

 


Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Gli anni ’70 e ’80 furono caratterizzati a Ravenna da una nuova vivace stagione artistica, che si espresse, come già negli anni di Ostasio da Polenta (vedi scheda Ostasio da Polenta), nella realizzazione di cicli pittorici in alcune importanti chiese cittadine. Chiuso, dai tardi anni ’40, il periodo riminese, si notano in questa fase forti influenze bolognesi, in particolare della scuola di Iacopo Avanzi, già attivo per i Malatesta prima del 1372, e soprattutto padovane. Ai da Carrara di Padova, del resto, i da Polenta erano legati da rapporti di alleanza politica e di parentela. I signori di Ravenna non furono in grado di incoraggiare la nascita di un ambiente culturale dinamico e originale. Essi, tuttavia, in particolare Ostasio e Guido (III), si sforzarono di importare nella loro città le novità artistiche con le quali venivano a contatto nelle corti amiche.


Consenso e dissensi:

Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Morte.


Principali risorse documentarie:

Presso l’Istituzione Biblioteca Cassense di Ravenna: Archivio storico comunale di Ravenna. Presso l’Archivio Diocesano di Ravenna-Cervia: Archivio Arcivescovile di Ravenna – degni di particolare interesse il ricco fondo pergamenaceo e i registri della Mensa arcivescovile – ; Archivio del Capitolo della Cattedrale. Presso l’Archivio di Stato di Ravenna: Atti dei notai ( a partire dal 1306); archivi delle corporazioni religiose soppresse.

Molti documenti delle varie raccolte cittadine sono stati pubblicati o regestati da M. Fantuzzi e A. Tarlazzi (vedi bibliografia).


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: G. Rossi, Historiarum Ravennatum libri decem, hac altera edizione liber undecimo acti…, Venetiis 1589; Spicilegium Ravennatis historiae, sive monumentat historica ad ecclesiam et urbem Ravennatem spectantia, a cura di L. A. Muratori, RIS, I.II, Mediolani 1725, pp. 527-583; M. Fantuzzi, Monumenti ravennati de’ secoli di mezzo per la maggior parte inediti, 6 voll., Venezia 1801-1804; Statuti del Comune di Ravenna, a cura di A. Tarlazzi, Ravenna 1866; A. Tarlazzi, Appendice ai monumenti ravennati dei secoli di mezzo del conte Marco Fantuzzi, Ravenna 1876; Documenti inediti sul castello di Polenta, a cura di S. Bernicoli, Ravenna 1897; Statuto del secolo XIII del Comune di Ravenna pubblicato di nuovo con correzioni, indice e note, a cura di A. Zoli e S. Bernicoli, Ravenna 1904; Statuto ravennate di Ostasio da Polenta (1327-1346), a cura di U. Zaccarini, Bologna 1998.

Studi: S. Bernicoli, Governi di Ravenna e di Romagna dalla fine del secolo XII alla fine del secolo XIX. Tavole di cronologia, Ravenna 1898; U. Foschi, Un secolo di signoria dei Polentani su Cervia: 1285-1383, in «Bollettino economico della camera di commercio», 2 (1962); A. Torre, I Polentani fino al tempo di Dante, Firenze 1966; M. Tabanelli, L’aquila da Polenta: storia della famiglia da Polenta, Faenza 1974; L. Lega, Catasti ed estimi ravennati da Lamberto da Polenta alla dominazione veneziana, in «Atti e memorie della Dep. di storia patria per le province di Romagna», 26 (1976), pp. 180-212; Repertorio della cronachistica emiliano-romagnola (secc. IX-XV), a cura di B. Andreolli et al., Roma 1991; A. I. Pini, Il Comune di Ravenna fra episcopio e aristocrazia cittadina, in Storia di Ravenna, III: Dal Mille alla fine della signoria polentana, a cura di A. Vasina, Venezia 1993, pp. 201-253; A. Vasina, Dai Traversari ai da Polenta: Ravenna nel periodo di affermazione della signoria cittadina, in Storia di Ravenna, III: Dal Mille alla fine della signoria polentana, a cura di A. Vasina, Venezia 1993, pp. 555-603; Repertorio degli statuti comunali emiliani e romagnoli, secc. XII-XVI, a cura di A. Vasina, Roma 1997.

 


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: