Ponzoni, Ponzino


di:
Estremi anagrafici:

fine XIII sec. - 1340?



Durata cronologica della dominazione:

aprile 1318 - novembre 1319, luglio 1333- luglio 1334.



Espansione territoriale della dominazione:

Cremona

Origine e profilo della famiglia:

vd. scheda famiglia Ponzoni


Titoli formali:

In una lettera del 2 dicembre 1318, indirizzata da Matteo Visconti al comune di Cremona, il Ponzoni venne indicato con il titolo di “Conservator iustitie et populi”.

 


Modalità di accesso al potere:

Dopo diversi anni e diversi tentativi di rovesciare il potere di Cavalcabò a Cremona partendo dalla sua base di Soncino, finalmente, nell’aprile del 1318 riuscì ad impadronirsi della città cacciandone Giacomo Cavalcabò e il suo alleato Gregorio Sommi. Nella peculiare situazione delle fazioni cremonesi il gruppo capeggiato da Ponzino Ponzoni era quello dei maltraversi, nato da una scissione del partito guelfo guidato dai Cavalcabò, ma ora in una posizione ambigua e fondamentalmente anti-Cavalcabò. Già nel 1316 i maltraversi erano riusciti ad impadronirsi della città di Cremona, ma la signoria venne data a Gilberto da Corregio. Fu solo quindi nel 1318 che il Ponzoni riuscì ad ottenere il dominio diretto della città.


Legittimazioni:

La presa di potere di Ponziono su Cremona, avvenuta con la forza, venne legittimata dall’assemblea cittadina controllata dai ghibellini e dai maltraversi. Durante il suo secondo periodo di dominio in Cremona ottenne il titolo di Vicario da parte di Giovanni di Boemia, una carica però priva di grande valore visto che Giovanni era tornato in città lasciando il Ponzoni in balia di Azzone Visconti.


Caratteristiche del sistema di governo:

La breve signora del Ponzoni si configurò come un dominio individuale decisamente effimero. Non pare abbia apportato modifiche all’assetto istituzionale della città che conserva ancora i propri organismi comunali. Dopo il 1319 ritornò in città diverse volte, anche come uomo di fiducia di Ludovico il Bavaro nel 1329 durante la sua signoria sulla città. Ponzino ebbe spesso una posizione di preminenza in città ma non riuscì mai a radicarsi saldamente a capo del governo della città dando vita ad una vera e propria signoria. Anche durante il secondo periodo in cui si trovò agovernare da solo la città il Ponzoni non riuscì a consolidare il proprio potere e dovette presto cedere all’espansionismo visconteo.


Sistemi di alleanza:

Durante la sua lunghissima carriera politca il Ponzoni ebbe più volte occasione di passare dallo schieramento guelfo a quello ghibellino. Tuttavia, la principale politica di alleanze che appare emergere dalla sua azione fu soprattutto quella volta a cercare di mantenere la propria posizione di egemonia in Cremona avvicinandosi a chi avrebbe potuto garantirgli il raggiungimento del proprio obiettivo. Fino al 1321 inoltre un’ulteriore chiave di lettura della sua politica fu la costante azione, anche militare, di contrasto ai Cavalcabò, con i quali per quasi una decina d’anni si alternò al potere in città.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Dopo la partenza di Giovanni di Boemia per la Germania, la fragile struttura del coordinamento delle città da lui creato venne a cadere, anche a causa della morte di papa Giovanni XXII. Azzone Visconti riuscì quindi ad impadronirsi di alcuni borghi del territorio cremonese per poi tentare la conquista della città. Trovatosi solo di fronte ad un potente nemico Ponzino Ponzone si vide costretto ad aprire le porte della città ad Azzone che lo ricompensò con la possibilità di costruire un castello e delle fortificazioni nel contado. Una volta morto Azzone però, nel 1338, Luchino e Giovanni preferirono allontanere dalla città una possibile fonte di problemi. L’ultima menzione del Ponzoni fu la sua presenza alla magna curia in Mantova nel 1340.


Principali risorse documentarie:

Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

A. Campi, Cremona fedelissima citta et nobilissima colonia de' romani rappresentata in disegno col suo contado et illustrata d'una breve historia, Bologna 1974 (ris. anast. ed. or. Cremona 1585), pp. 66-73; L. Mannini, Memorie storiche della città di Cremona, Bologna 1985 (rit. anast. ed. or. Cremona 1819), pp. 72-81; L. Astegiano, Codex Diplomaticus Cremonae 715-1334, Sala Bolognese 1983 (rist. anast. ed. or. Torino 1896), ad indicem; M. Gentile, Dal comune cittadino allo stato regionale: la vicenda politica (1311-1402), in Storia di Cremona. Il Trecento. Chiesa e cultura (VIII-XIV), a c. di G. Andenna e G. Chittolini, Cremona 2007, pp. 260-278.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: