Tommaso III di Savoia


di:
Estremi anagrafici:

1252-1282



Durata cronologica della dominazione:

Torino: dal 1280 fino alla morte (apr. o mag. del 1282).



Espansione territoriale della dominazione:

Dopo che il padre Tommaso II era stato espulso dalla città in seguito a una ribellione (1255) Torino era entrata sotto l'influenza del comune di Asti, per poi darsi a Carlo d'Angiò (apr. 1270) e infine nella primavera del 1276, nel pieno della disgregazione dei domini angioini in Piemonte, al marchese di Monferrato Guglielmo VII (Storia di Torino, I, pp. 694-695). E' a quest'ultimo che T. - alleandosi con quello che nei passati decenni era stato l'ostacolo più forte all'espansione sabauda in Piemonte, il comune di Asti -, riesce a sottrarre Torino, annettendola in modo permanente ai domini sabaudi. Nel maggio del 1280 il marchese di Monferrato, mentre si trovava di passaggio nei territori sabaudi, viene imprigionato ad opera di armati al servizio di T., e il 21 giugno è costretto a cedere Torino e altre località minori in cambio della libertà (Gabotto, Asti e la politica sabauda, pp. 97 sgg.; l'accordo del 21, con ampi riferimenti alla ribellione della città al padre Tommaso II e ai diritti dei Savoia su Torino, è in HPM, I, doc. 1011, col. 1519; il marchese su richiesta di T. ne riconferma la validità una volta uscito dai territori sabaudi: doc. 13 ag. 1280 ibid., col. 1542).

Origine e profilo della famiglia:

Vedi alla voce: SAVOIA, famiglia.


Titoli formali:

T. viene di solito qualificato nei documenti come "dominus Thomas de Sabaudia". I funzionari sabaudi posti a Torino dopo la sottomissione della città (1280) gli attribuiscono il titolo onorifico di comes (vedi ad. es. Cognasso, Documenti inediti, doc. 312, 28 ott. 1281: "dominus Paganus de Subinago iudex in Taurino pro illustri et magnifico domino Thoma de Sabaudia comite"; cfr. anche ibid., doc. 315).


Modalità di accesso al potere:

T. imprigiona Guglielmo VII di Monferrato e lo costringe (21 giu. 1280) a cedergli la città di Torino, con le località di Collegno e Grugliasco (HPM, Chartarum, I, doc. 1011: "promittimus […] reddere civitatem Taurinensem, domum de forcia quam ibi de novo edificavimus et omnes fortalicias civitatis eiusdem, castra eciam pontis Taurini, bastite et Collelii ac villam Grulliasci").


Legittimazioni:

1268, mag. 7: lo zio Pietro II riconosce nel suo testamento i diritti di T. e del fratello minore Amedeo (V) alla successione alla contea di Savoia, ma Tommaso muore prima di aver occasione di rivendicarli.


Caratteristiche del sistema di governo:

Torino. Non appena salito al potere (1280), T. interviene per "emendare, corigere ac de novo in melius reformare" gli statuti cittadini, di fatto imponendo una forte restrizione allo ius statuendi della città. La nuova redazione, di cui si è conservato solo qualche frammento,  contemplava la possibilità per il signore di modificarli, pur nel quadro degli accordi di sottomissione della città, mentre il vicario sabaudo, sebbene dovesse giurare all'inizio del mandato di governare nel loro rispetto, è autorizzato a derogarvi nel momento in cui contrastino con le disposizioni signorili (Storia di Torino, II, pp. 245-48, 730; ed. in D. Bizzarri (a cura di), Gli statuti del comune di Torino del 1360, Torino, 1933 (BSSS, 138.1)).


Sistemi di alleanza:

Il 18 lug. 1276 i procuratori di T. stringono un accordo di reciproca difesa con il comune di Asti (ratificato da T. il 28 ottobre) contro il marchese di Monferrato Guglielmo VII, che stava approfittando del disfacimento dei domini angioini per estendere il proprio dominio (Gabotto, Asti e la politica sabauda, pp. 93-94, e Codex Astensis, II, doc. 271, p. 332, e II, doc. 209). La sottomissione nel 1280 di Torino a T., che viene ottenuta imprigionando il marchese di Monferrato  e obbligandolo a cedere la città in cambio della liberazione, provoca la nascita di un'alleanza antisabauda di cui fanno parte lo stesso marchese di Monferrato, quello di Saluzzo e il re d'Aragona.

Matrimoni. Non va in porto il matrimonio fra T. e la secondogenita di Alfonso re d'Aragona (Gabotto, Asti e la politica sabauda, pp. 80-81). Sposa nel maggio 1274 Guya di Borgogna, da cui nasce Filippo, futuro principe d'Acaia.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

T. muore nell'aprile o nel maggio 1282. A capo dei domini piemontesi gli succede, dopo la lunga luogotenenza esercitata dal fratello minore Amedeo (V), il figlio primogenito Filippo, che darà origine al ramo cadetto dei principi d'Acaia.


Principali risorse documentarie:

I fondi per le vicende di T. sono principalmente conservati nell'Archivio di Stato di Torino (Materie Politiche per rapporto all'interno; Materie politiche per rapporto all'estero; Paesi, Città e provincia di Asti e Paesi, Città e provincia di Torino).


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

AA.VV., Storia di Torino, vol. II: Il basso medioevo e la prima età moderna (1280-1536), a cura di R. Comba,Torino, 1997;

F. Cognasso, Amedeo V, conte di Savoia, in Dizionario Biografico degli Italiani;

F. Cognasso, Documenti inediti e sparsi sulla storia di Torino, Pinerolo, 1912 (BSSS 65)

F. Gabotto, Asti e la politica sabauda in Italia al tempo di Guglielmo Ventura secondo nuovi documenti, Torino, 1903 (BSSS 18);

T. Rossi-F. Gabotto, Storia di Torino, vol. 1, Torino, 1914;

Q. Sella (a cura di), Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, 4 voll., Roma, 1880-

87;

 


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: