Traversari, Paolo


di:
Estremi anagrafici:

?-1240.



Durata cronologica della dominazione:

1225-1240.



Espansione territoriale della dominazione:

Ravenna.

Origine e profilo della famiglia:

I Traversari erano una famiglia di antica ascendenza bizantina, titolari, verso la fine del X secolo, del ducato di Traversara, che si estendeva tra i territori di Ravenna e Forlì. Nell’XI e XII secolo essi ottennero in concessione, attraverso l’istituto dell’enfiteusi, terre e diritti dall’arcivescovato e dagli altri enti religiosi di Ravenna. Essi divennero così una delle più influenti famiglie della curia arcivescovile, e nelle fonti sono indicati come esponenti di punta dell’ordo dei capitanei. Pietro T. fu console nel 1115, ma per il resto la casata non sembra aver avuto un ruolo di primo piano nel consolato, forse perché i rapporti tesi tra il comune e l’arcivescovo rendevano la posizione del ceto capitaneale piuttosto ambigua. L’ascesa dei T. al vertice del comune giunse con un altro esponente di nome Pietro, il padre di Paolo, che arrivò quasi a monopolizzare la carica di podestà, appena istituita. Egli fu infatti podestà nel 1181, 1182, 1188, 1189, 1190, 1196, 1200, 1202, 1213, 1216, 1219, 1220, alternandosi con ufficiali forestieri. La sua egemonia derivò dal ruolo di leadership che egli seppe conquistarsi all’interno di un ristretto gruppo di famiglie aristocratiche. È stato infatti notato che a Ravenna l’introduzione del podestà non segnò un allargamento delle basi politiche e sociali del comune, ma fu piuttosto il momento cruciale di un processo di selezione e di chiusura della nobiltà cittadina che portò al restringersi della dialettica politica fra poche potenti famiglie, sulle quali Pietro T. riuscì per vari decenni a mantenere una riconosciuta preminenza. Questa fase, tuttavia, si esaurì di fatto all’inizio del Duecento, quanto il gruppo dirigente aristocratico si spaccò in due fazioni, che si collegarono alle parti guelfa e ghibellina. Pietro e i T. si posero a capo della fazione filoimperiale.

 


Titoli formali:

Podestà.


Modalità di accesso al potere:

L’egemonia del T. si fondò sul ruolo riconosciuto di leader della fazione aristocratica ghibellina e poi, dopo il voltafaccia del 1239, guelfa.


Legittimazioni:

Paolo T. è un esempio particolarmente limpido di signore capoparte. I momenti nei quali egli assunse anche formalmente la guida delle istituzioni comunali, nelle vesti di podestà, non sono infatti casuali. Egli fu podestà nel 1226, quando, dopo la costituzione della seconda Lega Lombarda, Ravenna ribadì la sua fedeltà allo schieramento filoimperiale. Poi di nuovo nel 1233 e per gran parte del 1234, nel pieno del confronto tra la Lega e le forze imperiali. È interessante notare che nel 1233 Federico II soggiornò per tre mesi proprio a Ravenna. Infine, Paolo fu podestà nel 1239 e 1240, dopo che, con un improvviso cambio di fronte, era passato dalla parte filopapale, cacciando dalla città, con l’aiuto di truppe bolognesi, le principali famiglie ghibelline. Il breve periodo compreso tra l’inizio del 1239 e la morte del T., nell’agosto del 1240, fu probabilmente quello nel quale la sua egemonia fu più incontrastata, tanto da configurarsi, di fatto, come un potere signorile. I principali esponenti delle più potenti casate cittadine avevano infatti abbandonato Ravenna: tra di essi c’erano i conti Malvicini di Bagnacavallo, che avevano conteso ai T. la leadership della parte ghibellina.


Caratteristiche del sistema di governo:

Sistemi di alleanza:

Come il padre Pietro, Paolo T. fu a lungo il capo della fazione ghibellina, che prevalse a Ravenna fino al 1239. Egli fu quindi uno dei principali sostenitori di Federico II, che negli anni di preminenza del T. trascorse lunghi periodi in città. In Romagna erano ghibelline, oltre a Ravenna, Imola e Forlì, mentre sul fronte avverso si schieravano Bologna, Faenza e Cesena, che aderirono alla seconda Lega Lombarda. All’inizio del 1239, tuttavia, dopo la scomunica di Federico II da parte di Gregorio IX, Paolo passò improvvisamente al fronte papale; in cambio, le truppe bolognesi lo aiutarono ad allontanare dalla città le più potenti famiglie ghibelline.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Alla morte dell’arcivescovo Simeone, nel 1228, le famiglie ghibelline di Ravenna, sotto la guida di Paolo T. e dei conti Malvicini di Bagnacavallo, cercarono di imporre con la forza un proprio candidato, mobilitando i propri aderenti e fideles, che circondarono minacciosi la cattedrale. Il podestà Raimondino Zogoli riuscì però a disperdere la folla, e il capitolo elesse il filopapale cesenate Tederico. I Traversari, i da Polenta e i conti di Bagnacavallo assalirono e occuparono i beni arcivescovili, ma il papa confermò comunque l’eletto.

 


Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Emilia, moglie di Pietro Traversari, e Beatrice moglie di Paolo sono figure presenti nei versi dei trovatori provenzali attivi in Italia intorno al 1220, in particolare di Guilehm dela Tor, Albert de Sisteron, Guillem Augier, Aimeric de Peguilhan. Tale circostanza, pur in assenza di esplicite testimonianze documentarie, rende probabile un soggiorno di questi rimatori a Ravenna, che si presenterebbe quindi come un centro di cultura cortese di una certa rilevanza, al pari di Ferrara. Per questo gli studiosi di letteratura parlano di una «corte» dei Traversari, ponendo l’accento sul loro impegno mecenatesco improntato alla celebrazione aristocratica dei valori cavallereschi e cortesi.


Consenso e dissensi:

Come si è detto, l’egemonia di Paolo T. si inseriva pienamente in una logica di fazione. In questo senso, non si può parlare di una vera e propria politica del consenso. Il sostegno, anche militare, al suo potere veniva dalla rete di fedeltà e di clientele che legava una parte più o meno consistente degli abitanti della città e del contado ai T. stessi e alle altre famiglie loro alleate.


Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Morte improvvisa nel 1240.


Principali risorse documentarie:

Punto di partenza fondamentale è la documentazione dell’Archivio storico comunale di Ravenna, conservato presso l’Istituzione Biblioteca Cassense. Nell’Archivio Diocesano di Ravenna-Cervia si conserva la documentazione dell’Archivio Arcivescovile – degni di particolare interesse sono il ricco fondo pergamenaceo e i registri della Mensa arcivescovile – e dell’Archivio del Capitolo della Cattedrale. Presso l’Archivio di Stato di Ravenna si segnala il fondo che comprende gli archivi delle corporazioni religiose soppresse, basilare per qualsiasi ricerca sui secoli del basso medioevo. Molti documenti delle varie raccolte cittadine sono stati comunque pubblicati o regestati da M. Fantuzzi e A. Tarlazzi (vedi bibliografia).


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: G. Rossi, Historiarum Ravennatum libri decem, hac altera edizione liber undecimo acti…, Venetiis 1589; Spicilegium Ravennatis historiae, sive monumentat historica ad ecclesiam et urbem Ravennatem spectantia, a cura di L. A. Muratori, RIS, I.II, Mediolani 1725, pp. 527-583; M. Fantuzzi, Monumenti ravennati de’ secoli di mezzo per la maggior parte inediti, 6 voll., Venezia 1801-1804; A. Tarlazzi, Appendice ai monumenti ravennati dei secoli di mezzo del conte Marco Fantuzzi, Ravenna 1876;

Studi: A. Tarlazzi, Riscontri critici fra la cronaca di fra Salimbene e gli storici di Ravenna intorno alla decadenza della famiglia dei Traversari, dominanti in quella città, in «Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia patria per le province di Romagna», IX (1870), pp. 37-56; S. Bernicoli, Governi di Ravenna e di Romagna dalla fine del secolo XII alla fine del secolo XIX. Tavole di cronologia, Ravenna 1898; F. Torraca, Le donne italiane nella poesia provenzale. Su la «Treva» di G. De La Tor, Firenze 1901; C. Ricci, Monumenti degli Anastagi e dei Traversari, in Ricordi di Ravenna medievale, Ravenna 1921, pp. 1-14; G. Lazzarotto, I Traversari di Ravenna. Memorie e documenti, Ravenna [1963]; A. Torre, I Polentani fino al tempo di Dante, Firenze 1966; A. Vasina, voci Traversari e Traversari Pietro, in Enciclopedia Dantesca, pp. 705-706; Repertorio della cronachistica emiliano-romagnola (secc. IX-XV), a cura di B. Andreolli et al., Roma 1991; A. I. Pini, Il Comune di Ravenna fra episcopio e aristocrazia cittadina, in Storia di Ravenna, III: Dal Mille alla fine della signoria polentana, a cura di A. Vasina, Venezia 1993, pp. 201-253; A. Vasina, Dai Traversari ai da Polenta: Ravenna nel periodo di affermazione della signoria cittadina, in Storia di Ravenna cit., pp. 555-603; P. Vecchi Galli, Cultura «di corte» e poesia volgare a Ravenna fra Due e Quattrocento, in Storia di Ravenna cit., pp. 621-639.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: