della Scala, Alboino


di:
Estremi anagrafici:

?-1311



Durata cronologica della dominazione:

1304-1311



Espansione territoriale della dominazione:

Vedi scheda famiglia della Scala. La città capitale è Verona.

Origine e profilo della famiglia:

Vedi scheda famiglia della Scala. Alboino era figlio cadetto di Alberto della Scala e Verde da Salizzole, nonché fratello minore di Bartolomeo e maggiore di Cangrande


Titoli formali:

Capitano del Popolo e podestà dei mercanti di Verona dal 1304; vicario imperiale a Verona nel 1311.


Modalità di accesso al potere:

Nel 1304 succedette al fratello Bartolomeo, dopo la morte di quest’ultimo.


Legittimazioni:

La successione a Bartolomeo non incontrò alcuna resistenza e fu accompagnata dal conferimento immediato della doppia carica di capitano del Popolo e di podestà della Domus mercatorum, quest’ultima per la prima volta riconosciuta a titolo vitalizio (come per i successivi signori scaligeri). Nel 1311 Enrico VII gli riconobbe il vicariato imperiale per la città di Verona.


Caratteristiche del sistema di governo:

Non sono segnalate particolari innovazioni durante il reggimento di Alboino, contraddistinto da un periodo di sostanziale tranquillità interna, segno di un ormai maturo consolidamento della signoria scaligera a Verona. Nel 1308 Alboino associò il fratello minore Cangrande alla carica di capitano. Nel 1311, dopo l’arrivo di Enrico VII in Italia, i due signori scaligeri accettarono il breve vicariato veronese di Vanni Zeno Lanfranchi e in seguito furono nominati − primi in Italia − vicari imperiali, un titolo che li ripagava del fedele (ma oneroso) sostegno all’imperatore.

 


Sistemi di alleanza:

Alla pace interna non corrispose, invece, quella esterna, dal momento che Alboino fu coinvolto in diversi conflitti. Nei confronti di Venezia egli conservò l’ostilità già manifestata dal fratello maggiore, ma la svolta antiveneziana si concluse in fretta, dopo la sconfitta dell’alleata Padova nella cosiddetta “guerra del sale” del 1304, tant’è che nel 1306 Verona decise di ripristinare l’amicizia con la città lagunare. Tra il 1305 e il 1308 gli Scaligeri parteciparono ad alcuni scontri diplomatico-militari, soprattutto in funzione antiestense, interagendo con diverse potenze dell’Italia padana. In questo più ampio scenario, Alboino ritrovò le ambiziose linee di politica estera già perseguite dal padre Alberto, potendo contare sempre sulla solida amicizia con i Bonacolsi di Mantova e, inoltre, sperimentando nuove alleanze, tra cui spiccano quelle con le potenti casate dei Correggio di Parma e i Sesso di Reggio. La presenza in Italia di Enrico VII spinse gli Scaligeri ad affrontare nuove imprese belliche, questa volta al fianco delle truppe imperiali, affiancate nella conquista di Vicenza e nell’assedio di Brescia, nel 1311.

Alboino aveva sposato in prime nozze Caterina di Matteo Visconti (1298) e in seconde nozze Beatrice di Giberto da Correggio (1306), in sintonia con le strategie diplomatiche richieste dal momento. Da Caterina nacque Verde, futura sposa di Rizzardo da Camino (1317) e in seconde nozze di Ugolino Gonzaga (1340); da Beatrice due futuri signori di Verona − Alberto (II) e Mastino (II) − e Alboina.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Nel 1289 Alboino ottenne un canonicato nel capitolo della cattedrale di Verona e lo mantenne fino al 1295. Non frequentò molto quella istituzione, ma nel 1310, insieme al fratello Cangrande, si proclamò difensore in temporalibus del capitolo, per tutelarne i diritti patrimoniali. La figlia Alboina diventò badessa del monastero di Santa Maria delle Vergini, istituzione fedele alla regola delle sorores minores e ben frequentata dalle figlie della più influenti famiglie veronesi.


Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

La signoria di Alboino non fu turbata da gravi episodi di dissenso interno, a eccezione della protesta di 157 notai, che nel 1311 si opposero al pagamento di una datia, imposta per i bagurdi organizzati in seguito all’attribuzione del vicariato imperiale ad Alboino e Cangrande.


Giudizi dei contemporanei:

Il giudizio dei contemporanei, fra cui Dante Alighieri, fu meno generoso rispetto a quello riservato ai fratelli Bartolomeo e Cangrande; la grandezza di quest’ultimo adombrò sicuramente il rilievo politico di Alboino, cui fu imputata anche scarsa dimestichezza con le operazioni di guerra.


Fine della dominazione:

Morte di Alboino della Scala (1311).


Principali risorse documentarie:

Vedi scheda famiglia della Scala.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Per un primo approccio si rimanda alla voce Della Scala, Alboino, a cura di G. M. Varanini, in DBI, 37 (1989), pp. 374-377 (con dettagliato elenco delle fonti e della bibliografia di riferimento). Vedi poi la bibliografia generale sotto la scheda dedicata alla famiglia della Scala.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: