Castracani, Arrigo detto “il Duchino”


di:
Estremi anagrafici:

1304 - 11 febbraio 1357



Durata cronologica della dominazione:

3 settembre 1328 – 7 ottobre 1328



Espansione territoriale della dominazione:

L’esperienza politica di Arrigo Castracani si è giocata perlopiù in negativo. Il destino di A. fu quello di un figlio predestinato al potere, che il potere però riuscì appena a sfiorare. La signoria pluricittadina costruita dal padre Castruccio, e della quale era stato designato l’erede, rimase, infatti, nelle sue mani per poco più di un mese, fino al 7 ottobre 1328, quando l’imperatore Ludovico il Bavaro riformò la città di Lucca a sua signoria. Il riserbo che lo stesso Castruccio aveva chiesto poco prima di morire non era stato sufficiente a svelare le debolezze strutturali di un sistema politico che aveva nel suo genio il collante e il fondamento. La vita di A., da quel momento in poi, sarebbe stata un lungo e tormentato, quanto inutile, tentativo di riprendere il potere. L’eredità castrucciana, pur fra alti e bassi, intromissioni imperiali e presenze signorili padane, non sarebbe più tornata per intero nelle mani di A. e degli altri figli e membri della famiglia.  A., in una prima fase, non fu in grado di fronteggiare l’opposizione interna a Lucca della famiglia dei da Poggio, al punto che il 16 marzo 1329 l’imperatore cedette la città per 22.000 fiorini al cugino Francesco e A. si trovò confinato a Monteggiori. L’ingresso in Lucca di Marco Visconti a distanza di un mese, il 15 aprile, alla testa di una truppa di mercenari tedeschi di stanza al Cerruglio, costituì per A. una breve illusione: la città sarebbe stata ceduta, infatti, dopo pochi mesi dagli Imperiali a Gherardino Spinola per 30.000 fiorini (2 settembre 1329). Negli stessi giorni fallì, per l’opposizione dei Panciatichi, anche il tentativo di occupare Pistoia. Era solo l’inizio di una serie di sconfitte che non consentirono ad A. di tornare a guidare Lucca, nonostante la precarietà della situazione politica cittadina e l’instabilità dei governi che si sarebbero succeduti alla guida della città. I tratti ricorrenti delle manovre e dei disegni politici di A. negli anni a seguire furono segnati dalla costante inimicizia verso Firenze e dai buoni rapporti con i Visconti. Né durante la signoria di Gherardino Spinola, né durante la dominazione dei Rossi di Parma, né successivamente con i Della Scala A. fu però in grado di riacquisire alcun tipo di controllo sul blocco di potere paterno. Le buone relazioni con Mastino Della Scala gli valsero una provvigione annua di 3600 fiorini fino al 1341. Altrettanto fallimentare fu la collaborazione a fianco dei pisani per riconquistare Lucca: una volta occupata la città, infatti, ne fu affidato il governo a Ranieri Novello della Gherardesca (6 luglio 1342). Esiti ancor più negativi ebbe la successiva congiura che ordì, con l’appoggio di Luchino Visconti, e che lo costrinse a riparare in Garfagnana. Perdette il castello di Corsena e nel periodo successivo alla pace di Pietrasanta (17 maggio 1345), nonostante la restituzione dei beni di famiglia e un appannaggio di 250 fiorini mensili, non riuscì a raggiungere alcun risultato sul piano politico. Stabilì un asse con il fratello naturale Altino, intervenne ripetutamente nelle lotte fra le fazioni pisane, come sostenitore di Andrea Gambacorta, ma la sua era ormai una vita da esule. La discesa dell’imperatore Carlo IV di Lussemburgo, nel 1354, riaccese le speranze di A., nel 1355 fu creato cavaliere, ma anche questo tentativo era destinato a fallire. A. e il fratello Vallerano arrivarono a uccidere il cugino Francesco nel palazzo ducale di Massa Pisana (19 maggio 1355), additato come traditore. Dopo aver affidato suo figlio alla protezione dei Visconti e degli Scaligeri, finì sul patibolo l’11 febbraio 1357, a Bologna, per aver congiurato contro Giovanni da Oleggio.

Origine e profilo della famiglia:
Titoli formali:

Capitano generale di Lucca (18 giugno 1325); cavaliere imperiale (1355).


Modalità di accesso al potere:

A. era stato designato dal padre Castruccio come suo erede e successore per testamento.


Legittimazioni:

Caratteristiche del sistema di governo:

Sistemi di alleanza:

Non si può parlare di veri e propri sistemi di alleanza per la gestione del potere, ma semmai di tentativi per la riconquista del potere. Un primo episodio, ancora vivente Castruccio, era stato quello di darle in nozze Alasia, figlia del capo dei ghibellini romani Sciarra Colonna. Dopo la perdita della signoria, i Visconti e gli Scaligeri rimasero i punti di riferimento dell’azione politica e diplomatica di A. per riconquistare quote di potere. Durante il dominio lucchese dei Rossi di Parma, A. ottenne i beni posseduti prima della sedizione e suggellò le buone relazioni con quei signori – dopo la convenzione del 31 ottobre 1333 – con il matrimonio con Costanza di Rolando Rossi del 23 ottobre 1334.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

La dominazione di A. fu fugace e repentina, della durata di poco più di un mese dal 3 settembre al 7 ottobre 1328. Fu Ludovico il Bavaro, impegnato in Maremma nell’assedio di Grosseto, che appena ebbe notizia della morte di Castruccio si mosse con le sue truppe prima occupando Pisa il 21 settembre e poi entrando a Lucca il 7 ottobre, dove fece «levare romore» esautorando di fatto A. dal controllo della città e confinandolo con il fratello e la madre a Pontremoli.


Principali risorse documentarie:

Per una prima informazione si rimanda alle schede su Castruccio Castracani e la famiglia Castracani.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Studi: F. Luzzati Laganà, Castracani degli Antelminelli Arrigo, in Dizionario Biografico degli Italiani, XXII, 1979, pp. 196-200; Ch. Meek, The Commune of Lucca under Pisan Rule 1342-1369, Cambridge Mass., 1980; Castruccio Castracani e il suo tempo, Atti del Convegno internazionale (Lucca, 5-10 ottobre 1981), in «Actum Luce», XIII-XIV, nn. 1-2, 1984-85; L. Green, Castruccio Castracani. A study on the origins and charcater of a fourteenth-century Italia despostism, Oxford, Clarendon Press, 1986; Idem, Lucca under many masters: a fourteenth-century italian commune in crisis (1328-1342), Firenze, Olschki, 1995; F. Ragone, Gambacorta Andrea, in Dizionario Biografico degli Italiani, 52, 1999, pp. 1-3; M. Bratchel, Medieval Lucca and the Evolution of the Renaissance State, Oxford University Press, 2008.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: