Este, Azzo (VIII) d’


di:
Estremi anagrafici:

1264 circa - 31 gennaio 1308.



Durata cronologica della dominazione:

Ferrara, 21 febbraio 1293 – 31 gennaio 1308;

Modena, 21 febbraio 1293 – gennaio 1306;

Reggio Emilia, 21 febbraio 1293 - gennaio 1306.



Espansione territoriale della dominazione:
Origine e profilo della famiglia:

Vedi scheda famigliare. A. era figlio di Obizzo II.


Titoli formali:

Dominus civitatis sia a Ferrara che a Modena e Reggio


Modalità di accesso al potere:

Per successione a suo padre Obizzo II e formale designazione da parte dei Consigli comunali.


Legittimazioni:

Il 21 febbraio 1293, alla morte di Obizzo II, primo membro della casa d’Este cui il titolo di dominus civitatis fosse stato formalmente attributo, il Consiglio Maggiore della città riconobbe il diritto del figlio A. a subentrare al padre pro bono et pacifico statu civitatis Ferrariae. Medesime investiture pervennero ad A. anche dalle città di Modena Reggio, anch’esse già soggette alla signoria di Obizzo. L’automatismo di queste successioni non sopì però le rivendicazioni dei due fratelli del nuovo signore, Aldobrandino e Francesco, i quali cercarono un sostegno al di fuori di Ferrara, presso i tradizionali avversari della famiglia.


Caratteristiche del sistema di governo:

Durante la sua breve signoria, interessata dai costanti conflitti contro gli oppositori interni alla stessa famiglia e contro i tanti nemici esterni, A. non poté elaborare sue proprie strategie di dominio. In linea di massima è possibile affermare che egli proseguì nella direzione imboccata prima di lui da suo padre Obizzo, mantenendo formalmente inalterati molti istituti comunali, ma esercitando su di essi un costringente controllo, soprattutto attraverso il diritto di nomina di ufficiali e funzionari. Del resto A. continuò anche nell’ormai tradizionale pratica di investire i propri partigiani di beni e giurisdizioni già detenute dai Torelli e dagli altri oppositori politici. Attraverso legami di chiara matrice feudale, l’Este tentò così di assicurarsi la fedeltà dei propri sostenitori interni e quella delle èlite delle città di Modena Reggio anch’esse soggette al suo dominio.


Sistemi di alleanza:

La politica di A. e conseguentemente la rete di alleanze da lui orchestrate, si inseriscono nel quadro delle ostilità che opposero l’Este a Padova, ad Alberto della Scala signore di Verona, a Bardellone Bonaccolsi di Mantova e soprattutto al milanese Matteo Visconti. Contro questi rivali, A. poté contare sul tradizionale appoggio dei da Camino di Treviso, ma anche sull’alleanza interessata di Venezia e su quella di Cremona e Lodi, sostenute dal signore di Ferrara nella loro lotta contro Milano.

Solo nel 1300, in conseguenza di un sempre più impegnativo confronto con il Comune di Bologna, sul quale l’Este ambiva ad estendere la propria egemonia, A. superò la sua opposizione al Visconti facendo sposare sua sorella Beatrice a Galeazzo, che in quell’occasione egli stesso investì cavaliere. L’inserimento dell’Este nello schieramento guelfo fu comunque confermato attraverso il suo matrimonio (il secondo dopo una precedente unione con Giovanna Orsini) con Beatrice figlia di Carlo II d’Angiò.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Anche nei confronti degli enti ecclesiastici e monastici del territorio ferrarese, A. proseguì la tradizionale politica con la quale la famiglia d’Este aveva esercitato su di essi un suo stringente controllo. Per il tramite dell’istituzione di avvocati, dell’ottenimento di commende e dell’infiltrazione di propri sostenitori entro il capitolo della cattedrale o nelle diverse abbazie, A. riuscì ad entrare in diretto possesso di alcune proprietà sovente assegnandole feudalmente a quanti egli voleva legare a sé ed alle sorti del proprio regime.


Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Nel novembre 1294 A. celebrò a Ferrara una fastosa corte in aperta competizione con quella organizzata nello stesso mese presso Verona dal suo avversario Alberto della Scala. Nell’occasione A. fu investito cavaliere da Gherardo da Camino, signore di Treviso, creando a sua volta cavalieri cinquantadue nobili provenienti da tutta l’Italia settentrionale. Il ricorso a feste durante le quali cementare le proprie alleanze investendo amici e congiunti della dignità cavalleresca rappresentò uno degli strumenti impiegati con maggior costanza da A. per celebrare il proprio potere.


Consenso e dissensi:

Le più violente contestazioni al dominio signorile di A. furono quelle manifestate dai suoi due fratelli Aldobrandino e Francesco. In stretta successione alla morte del padre, Aldobrandino organizzò a Modena un colpo di mano per sottrarre la città al fratello. Nonostante il tentativo fallisse ed i tre figli di Obizzo si riappacificassero nell’aprile del 1293, il conflitto si riaccese pochi mesi dopo. Aldobrandino ottenne il sostegno del Comune di Padova (tradizionalmente interessato ad impossessarsi delle terre e delle giurisdizioni detenute entro il suo comitato dagli Este), di Alberto della Scala signore di Verona e di Bardellone Bonacolsi signore di Mantova. L’opposizione interna alla famiglia si saldò insomma, con assoluta naturalezza, allo schieramento sovracittadino che si opponeva alla rete di alleanze entro la quale la stessa Ferrara estense era inserita.

Un ulteriore acutizzarsi dei contrasti familiari si verificò in stretta conseguenza del matrimonio di A. con Beatrice d’Angiò. L’unione con la figlia del Re di Napoli, che non portò in dote alcunché, costò all’Este un consistente esborso di terreni e denari. L’onerosità dell’accordo giustificò l’ennesima ribellione di Francesco che trovò in Padova, Parma, Bologna, Mantova e Verona degli interessati sostenitori. Fu nel contesto di queste complesse contrapposizioni che, a partire dal gennaio 1306, Modena e Reggio si ribellarono alla signoria estense costringendo Fresco, figlio naturale di A., ad abbandonare le città.


Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Nel 1307, quando il conflitto che lo opponeva ai suoi nemici esterni ed ai suoi stessi familiari era ancora pienamente in corso, A. cadde gravemente malato. Morì il 31 gennaio 1308 nel castello di Este avendo nominato Folco, figlio di Fresco, erede dei suoi diritti su Ferrara, lasciando invece a Carlo d’Angiò Modena e Reggio, di fatto interessate da una ribellione ancora non sopita.


Principali risorse documentarie:

La perdita della documentazione archivistica ferrarese a causa dell’incendio che distrusse nel 1385 le carte della camera actorum costringe le ricostruzioni dell’età precedente a fondarsi in modo massiccio sulle fonti cronachistiche. Una parziale integrazione è comunque garantita dai documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto Estense, Documenti riguardanti la casa e lo Stato.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti:  Chronicon Estense, a cura di G. Bertoni – E.P. Vicini, in Rer. Ital. Scrip.2, XV, 3; Minotto S.A., Documenta e R. Tabulario Veneto ad Ferrariam, Rodigium, Policinum ac Marchiones Estenses spectantia, Venezia, Cecchini, 1873, I, pp. 107, 110, 122-3 passim; L.A. Muratori, Antiquitates Italicae Medii Aevi, Milano 1738-41; Id., Delle antichità estensi ed italiane, I, Modena, 1717; Rolandini Patavini, Cronica in factis et circa facta Marchie Trivixane, a cura di A. Bonardi, in Rer. Ital. Scrip.2, VIII, 1; Riccobaldo da Ferrara, Cronica parva Ferrariensis, a cura di G. Zanella, Ferrara, 1983. Riccobaldi Ferrariensis, Compilatio Chronologica, in Rer. Ital. Scrip.2, IX, 255;

Studi: G. Battioni, Este, Francesco d’, (sub voce) in Dizionario Biografico degli Italiani; T. Dean, Este, Obizzo d’, (sub voce) in Dizionario Biografico degli Italiani, XLIII, Ist. Enc. Italiana, Roma, 1993, pp. 409-411; L. Chiappini, La vicenda estense a Ferrara nel Trecento. La vita cittadina, l’ambiente di corte, la cultura, in Storia di Ferrara, V, Il basso medioevo, Ferrara 1987, pp. 200-239; T. Dean, Este, Azzo (Azzo Novello, Azzolino Novello) d’, (sub voce) in Dizionario Biografico degli Italiani, XLIII, Ist. Enc. Italiana, Roma, 1993, pp. 322-324; Id., Terra e potere a Ferrara nel Tardo Medioevo. Il dominio estense: 1350-1450, Modena-Ferrara, 1990; A. Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, III, Ferrara, 1848, pp. 216-25; 230-39; A. Gaudenzi, Il testamento di Azzo VIII d’Este e la pace del 1326 tra Modena e Bologna, in Miscellanea Tassoniana, Bologna 1908, pp. 97-101; Gorreta A., La lotta tra il comune bolognese e la signoria estense (1291-1303), Bologna 1906; G. Soranzo, La guerra fra Venezia e la S. Sede per il dominio Ferrara (1308-1313), Città di Castello 1905, p. 39-46, 57-63; A.L. Trombetti Budrieri, Beni estensi nel Padovano: da un codice di Albertino Mussato del 1293, «Studi Medievali» XXII (1980), pp. 141-44; Id., La signoria estense dalle origini ai primi del Trecento: forme di potere e strutture economico-sociali, in Storia di Ferrara, V, Il basso medioevo, Ferrara 1987, pp. 159-198; A. Vasina, Comune, vescovo e signoria estense dal XII al XIV secolo, in Storia di Ferrara, V, Il basso medioevo, Ferrara 1987.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: