Este, Alberto (V) d’


di:
Estremi anagrafici:

1347 - 30 luglio 1393.



Durata cronologica della dominazione:

Ferrara, 26 marzo 1388 - 30 luglio 1393;

Modena, 26 marzo 1388 - 30 luglio 1393.



Espansione territoriale della dominazione:
Origine e profilo della famiglia:

Vedi scheda famigliare. A. era figlio di Obizzo III.


Titoli formali:

Riconosciuto nel 1388 Dominus generalis civitatis Ferrarie et Mutine, A. era stato investito nel 1361, assieme ai suoi fratelli Ugo e Niccolo II (allora signore cittadino), del vicario imperiale e di quello apostolico. Quest’ultimo titolo gli sarebbe stato confermato, a dignità signorile ormai conseguita, nel febbraio 1391.


Modalità di accesso al potere:

Già nominato in investiture papali ed imperiali, A. dovette attendere la morte dei fratelli maggiori Aldobrandino III (2 novembre 1361) e Niccolò II (26 marzo 1388) per assumere la pienezza dei poteri, favorito in tale ascesa anche dalla prematura scomparsa, nel 1370, di Ugo di tre anni più anziano.


Legittimazioni:

La dignità signorile che, secondo uno schema ormai consolidato, le principali assemblee cittadine di Ferrara e Modena tributarono ad A,. trovava superiori legittimazioni, di indiscutibile efficacia, nelle ripetute investiture imperiali e pontificie già ottenute assieme ai fratelli maggiori Niccolò II e Ugo nel 1361, ovvero in quella apostolica che gli sarebbe stata confermata nel 1391 in occasione di un suo personale viaggio a Roma.


Caratteristiche del sistema di governo:

Non sembra che durante la sua relativamente breve signoria, A. abbia introdotto mutamenti di sostanza nelle consolidate pratiche di governo della casata d’Este. Del resto anche l’istituzionalizzazione di un consiglio del signore, organo già saltuariamente attestato al tempo di Niccolò II, si realizzò non tanto durante la signoria di A. quanto piuttosto dopo la sua morte, durante il periodo di minorità del figlio Niccolò III.


Sistemi di alleanza:

Se nelle prassi di governo non possono attribuirsi ad A. innovazioni di rilievo, egli mutò al contrario le alleanze entro le quali il dominato estense si era inserito nei decenni precedenti, salvo poi, sul finire della sua signoria, riallinearsi ai tradizionali orientamenti.

In conseguenza dell’indiscussa egemonia raggiunta dai Visconti su tutto il settentrione dopo il crollo dello stato scaligero, A. ricercò infatti tra il 1388 ed il 1389 un solido legame con Gian Galeazzo. Venne pertanto siglata con quest’ultimo, i Veneziani ed i Gonzaga un’alleanza finalizzata a combattere i Carraresi padovani. Se l’adesione a questa lega assicurò nuovamente il possesso del grosso castello di Este, ceduto dallo stesso Gian Galeazzo in riconoscimento della nuova amicizia, un colpo di mano ordito da A. per impossessarsi di Bologna venne sventato dalle autorità cittadine nonostante il sostegno fornito dalla locale famiglia dei Lambertini e di altri fedeli filoestensi.

L’alleanza con il Visconti indusse A., assieme a Senesi e Mantovani a partecipare attivamente anche alla guerra che vide contrapporsi il Milanese ai Fiorentini a partire dalla primavera del 1390. Nondimeno, le scarse fortune delle armi ferraresi, battute nel corso del conflitto da quelle padovane alleate di Firenze, convinsero A. ad abbandonare lo schieramento visconteo ed aderire, attivamente, all’alleanza opposta. La pace tra i due schieramenti, siglata nel gennaio 1392, ufficializzò di fatto lo status quo ante.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Sin dalle origini della propria egemonia sul Ferrarese uno degli strumenti attraverso cui gli Este ricercarono il consenso per il proprio regime fu quello di infeudare alle principali schiatte locali vaste porzioni di terre appartenenti al vescovato o ai grandi enti monastici controllati dai membri della famiglia in qualità di protettori ed avvocati. Ne derivò che, sul finire del XIV secolo, fondi ecclesiastici costituivano una parte considerevole dei possedimenti dei laici ferraresi e modenesi, in buon numero affittuari, livellari o vassalli della Chiesa. Anche per sanare tale situazione, che implicava costanti richieste censuarie, nel febbraio 1391 A., in abito da penitente, con numerosa scorta di cavalieri, si presentò da papa Bonifacio IX. Il pontefice concesse al signore ferrarese una serie di privilegi: gli rinnovò il vicariato apostolico, legittimò suo figlio naturale Niccolò III e, soprattutto, riconobbe a tutti i concessionari di terre soggette a qualsivoglia titolo alla Chiesa la piena disponibilità di quest’ultime, con licenza di alienazione e successione. La Bulla Bonifaciana sancì così la totale allodizzazione di tutte quelle proprietà che, principalmente su sollecitazione degli stessi Este, erano state nel corso del tempo concesse ai partigiani della famiglia.


Politica urbanistica e monumentale:

A. si impegnò a trasformare la facies cittadina di Ferrara che nel corso della sua signoria si arricchì degli importanti palazzi del Paradiso, di Schifanoia e della villa di Belforte. Il vasto impegno urbanistico, che attraverso la magnificenza monumentale tentava di celare la sostanziale fragilità del dominato estense nel contesto del conflittuale panorama politico peninsulare, non solo era volto a migliorare l’immagine che la città trasmetteva di sé ma era soprattutto finalizzato ad accrescere il prestigio del signore e della sua schiatta.


Politica culturale:

Ad A. si deve la fondazione dell’università di Ferrara cui Bonifacio IX, con bolla del 4 marzo 1391, riconobbe privilegi analoghi a quelli degli Studia bolognese e parigino. Gli insegnamenti, non limitati alle sole discipline di immediata utilità come legge e medicina, ma aperti anche a campi più speculativi quali la teologia e le artes, rivelano con chiarezza le aspettative di A. di fare del nuovo istituto un importante, articolato e completo centro del sapere. Nondimeno esso sarà travagliato, almeno inizialmente, da notevoli difficoltà economiche che ne comporteranno anche la temporanea chiusura nel 1394.


Consenso e dissensi:

Il cambiamento di alleanze che, a partire dal 1388, portò A. a solidarizzare con Gian Galeazzo Visconti offrì al nipote Obizzo di Aldobrandino III il pretesto per coagulare attorno a sé una schiera di oppositori intenzionati a rovesciare il governo del nuovo signore ferrarese. La congiura fu comunque scoperta ed Obizzo, sua madre Beatrice di Rizzardo da Camino ed alcuni complici furono decapitati.


Giudizi dei contemporanei:

Ancora in vita A., i Ferraresi provvidero a dedicargli una statua, posta sulla facciata del duomo, che lo ritraeva in quegli abiti da penitente con i quali si era recato a Roma innanzi a Bonifacio IX. L’elargizione della Bulla Bonifaciana, che investì i personali interessi di una nutrita schiera di cittadini, rappresentò del resto uno dei momenti della signoria di A. che più profondamente si impressero nella memoria collettiva. Non è un caso che il testo di quel privilegio fu fatto scolpire sulla facciata della cattedrale proprio a fianco della statua.


Fine della dominazione:

La fine della signoria di A. coincise con la sua morte, avvenuta il 30 luglio 1393.


Principali risorse documentarie:

Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: Chronicon Estense, in L. A. Muratori, Rerum Ital. Script., XV, Mediolani 1729, coll. 517-531; G. Gatari-B. Gatari, Cronaca carrarese, in Rerum Ital. Script., 2ed., XVII, 1, a cura di A. Medin - G. Tolomei, ad Indicem, s. v. Este (marchese d'), Alberto; Corpus chronicorum Bononiensium, ibid., XVIII, 1, a cura di A. Sorbelli, ad Indicem, s.v. Este (da), Alberto (Signore di Ferrara); M. De Griffonibus, Memoriale historicum de rebus Bononiensium, ibid., XVIII, 2, a cura di L. Frati - A. Sorbelli, ad Indicem, s.v. Alberto d'Este; Fr. Iohannis Ferrariensis, Ex Annalium libris marchionum Estensium excerpta, ibid., XX, 2, a cura di L. Simeoni, ad Indicem, s.v. Este (d'), Alberto I; Annales Forolivienses, ibid., XXII, 2 , a cura di G. Mazzatinti, pp. 74-77; I Libri commemoriali della Repubblica di Venezia, a cura di R. Predelli, III, Venezia 1883, ad Indicem, s.v. Este, Alberto marchese di.

Studi:G. B. Pigna, Historia de' principi di Este, Ferrara 1570, pp. 301, 324-27; G. M. Giraldi, Commentario delle cose di Ferrara et de' principi da Este, Venetia 1597, pp. 77 ss.; A. Cariola, Ritratti de' serenissimi principi d'Este signori di Ferrara..., Ferrara 1614, ad voces (pagine non num.); A. Libanori, Ferrara d'oro, Ferrara 1665, pp. 90 s.; F. Borsetti Ferranti Bollani, Historia almi Ferrariae Gymnasii, Ferrariae 1735, pp. 17-27; L. A. Muratori, Delle antichità estensi, II, Modena 1740, pp. 136, 152-59; Id., Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno MDCCXLIX, XII, Milano 1753, pp. 336 ss., 347 ss., 354, 367; L. Ughi, Diz. stor. degli uomini illustri ferraresi, I, Ferrara 1804, pp. 171 ss.; G. Manini Ferranti, Compendio della storia sacra e politica di Ferrara, II, Ferrara 1808, pp. 306-315; F. L. Bertoldi, Dei diversi domini a' quali è stata soggetta Ferrara e de' principi che la governarono dalla sua origine sino all'anno MDCCCXVI, Ferrara 1817, pp. 27 s.; G. Petrucci, Il castello di Ferrara. Reminiscenze istoriche, Brusselle 1838, pp. 24-27; A. Frizzi, Memorie per la storia dì Ferrara, III, Ferrara 1850, pp. 375-93; L. N. Cittadella, Notizie relative a Ferrara per la maggior parte inedite, Ferrara 1864, pp. 337, 415; A. Cappelli, Notizie di Ugo Caleffini notaro ferrarese del sec. XV, con la sua Cronaca in rima di casa d'Este, in Atti e mem. delle Rr. Deput. di storia patria per le prov. modenesi e parmensi, II (1864), pp. 278 s.; G. Cavallini, Monumenti storici, Ferrara 1878, pp. 267, 316, 331; I. Giorgi, Frammenti d'iconografia estense, in Bull. dell'Ist. storico ital., II (1887), pp. 88-120; G. Gruyer, L'art ferrarais à l'époque des princes d'Este, I-II, Paris 1897, ad Indicem; G. Bertoni, La Biblioteca estense e la coltura ferrarese ai tempi del duca Ercole I, Torino 1903, p. 5; A. Manni, Del presunto matrimonio di A. di Obizzo III d'Este, con Isotta Albaresani. Notizie e documenti, in Atti e mem. della Deput. ferrarese di storia patria, XXII (1915), 1, pp. 5-42; B. Ricci, Il canonico Obizzo de domo Estensi, ibid., XXIV (1919), 1, pp. 86 ss.; A. Balletti, Gli ebrei e gli Estensi, Reggio Emilia 1930, p. 16; G. Franciosi, Gli Estensi, Firenze 1935, pp. 18 s.; A. Lazzari, Il signor di Ferrara ai tempi del concilio del 1438-39. Niccolò III d'Este, in La Rinascita, II (1939), pp. 672 ss.; A. Lazzari, Il palazzo del Paradiso, in Id., Attraverso la storia di Ferrara. Profili e scorci, in Atti e mem. della Deput. provinc. ferrarese di storia patria, n.s., X (1954), pp. 187 ss.; L. Chiappini, Gli Estensi, Varese 1967, pp. 73-76; N. Valeri, L'Italia nell'età dei principati, Milano 1969, ad Indicem, s.v. Este d', Alberto; W.L. Gundersheimer, Ferrara. Estense. Lo stile del potere, Ferrara-Modena, 1980, ad Indicem; T. Dean, Terra e potere a Ferrara nel tardo Medioevo. Il dominio estense: 1350-1450, Ferrara-Modena, 1990, ad Indicem; M. Tabanelli, La Romagna degli Estensi, Faenza 1976, ad Indicem; L. Chiappini, La vicenda estense a Ferrara nel Trecento. La vita cittadina, l'ambiente di corte, la cultura, in Storia di Ferrara, V, Il basso Medioevo. XII-XIV, Ferrara 1987, pp. 208 ss., 217; A. Menniti Ippolito, Este Aberto d’, sub voce in Diz. Biogr. Italiani, Istituto dell’Enc. Ital, Roma; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s.v. D'Este, tav. XI.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: